domenica 22 agosto 2010

L'IPERICO, IL FIORE CHE SCACCIA LA MALINCONIA E FA TORNARE IL BUONUMORE.


Le alterazioni dell'umore sono soprattutto legate a problematiche nella trasmissione dei segnali tra neuroni, riconducibili ad alterazioni nelle quantita' di alcuni neurotrasmettitori a livello cerebrale, tra cui la seretonina. Cio' si ripercuote sullo stato emotivo, sull'affettivita', sulle attivita' cognitive e su molte altre funzioni fisiologiche importanti.
Ed è qui che abbiamo bisogno di un campanello d'allarme, l'iperico "il fiore del buonumore".
Esso è una pianta officinale molto comune nelle campagne della nostra penisola, che alla fine di giugno si riempie di tanti piccoli fiori color giallo-oro. Si adoperano le foglie e le sommita' fiorite in estratto secco.

Per secoli l'iperico è stato usato dalla medicina popolare di tutta Europa "contro la malinconia e l'agitazione nervosa", ovvero i mali dell'anima; da qui l'appellativo di "scacciadiavoli", con cui era molto noto nel passato.
Ma la fama con cui l'iperico ha costruito il suo successo deriva più che altro dalle ricerche moderne (la piu' celebre: quella pubblicata dal prestigioso British Medical Journal con i risultati di ben 23 studi clinici sulla pianta).
A partire dagli anni novanta, infatti, l'iperico ha dimostrato in decine di studi scentifici la capacità di migliorare le alterazioni del tono dell'umore con un meccanismo d'azione che coinvolge il controllo dei livelli di seretonina come anche altri sistemi fisiologici preposti alla regolazione dell'umore.

Gli studi odierni, che ormai sono più di 40, confermano che l'estratto di iperico ha un'azione di supporto del tono dell'umore decisamente efficace; i suoi effetti si manifestano dopo un paio di settimane circa e l'assunzione dell'estratto andrebbe potratta per almeno 6-8 settimane.

LE PRINCIPALI FUNZIONI DELL'IPERICO E LE SUE SINERGIE.

Si dice dell'iperico: "molti torrenti portano ad un fiume", per indicare come, in realta', non una ma una molteplicità di meccanismi sono alla base dell'efficacia riscontrata nei numerosi studi condotti sulla pianta. E sicuramente l'ipericina, l'iperforina e alcuni flavonoidi, tutti i principi contenuti nell'iperico, hanno dimostrato sperimentalmente di svolgere un ruolo importante ai fini degli effetti complessivi dell'estratto. Ricordiamo pero' che è il fitocomplesso - che riunisce in se' tutte le frazioni funzionali della pianta - a garantire quel particolare equilibrio tra efficacia e tollerabilita' che rende l'iperico unico e insostituibile per il supporto del tono dell'umore.
L'azione dell'iperico sull'umore viene potenziata dalla griffonia (Griffoniasimplicifolia), una leguminosa del continente Africano divenuta di grande interesse soprattutto per una sostanza rilevata nei suoi semi, il 5-Idrossi-Triptofano (5-HTP).

Esso deriva dal Triptofano, un amminoacido essenziale che normalmente assumiamo con il cibo e dal quale l'organismo produce la seretonina. Piu' precisamente il 5-HTP rappresenta lo step intermedio di trasformazione del Triptofano in seretonina (5-HT), che avviene a livello delle cellule nervose. Mediante la griffonia è quindi possibile apportare direttamente il precursore naturale della seretonina, sinergizzando i benefici effetti dell'iperico sul tono dell'umore. Molto valida anche l'unione con passiflore e melissa, che amplifica quella componente rilassante e distensiva che, seppure di lieve entita', e comunque gia' presente nell'iperico. Tale sinergia si rivela particolarmente funzionale quando le alterazioni dell'umore sono associate anche a stati di agitazione e facile irritabilita'.

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