lunedì 25 febbraio 2013

Capo Vaticano: un paradiso di spiagge bianche racchiuso in una magia di Miti e Leggende.

Capo vaticano con il suo bel promontorio magico, si affaccia sul mar tirrenno nella provincia Calabrese di Vibo Valentia. Un piccolo borgo che si distingue per la magia del suo nome, Vaticano che deriverebbe infatti dal latino Vaticinium, che significa Oracolo, responso, a rievocare una leggenda che vuole la punta estrema del promontorio abitata dalla profetessa Manto. Infatti proprio a Lei si sarebbero rivolti i naviganti di quel tempo, prima di avventurarsi tra i vortici di Scilla e Cariddi e lo stesso Ulisse scampato agli scogli del pericolo, avrebbe chiesto auspici a Manto, per poter proseguire il suo viaggio. Un Mito, che a farne storia e' anche lo scoglio che sta davanti al capo e porta il nome di Mantineo, dal greco Manteuo. Infine a racchiudere il promontorio in una cornice magica e incantata, sono le sue belle spiaggie di sabbia bianca e finissima, lambite da un'acqua cristallina. A rendere particolare Capo Vaticano sono anche le spiaggie di Torre Ruffa, scenario di una triste vicenda, che il tempo conservo' la leggenda di una donna, rapita dai Saraceni, che per sfuggire alle loro grinfe, la bella e fedele vedova, donna Canfora, si sarebbe gettata dalla loro nave gridando: "le donne di questa terra preferiscono la morte al disonore . . . ". e' sara' leggenda, ma per onorare il suo sacrificio si narra che il mare cambia colore ad ogni ora assumendo tutte le sfumature dell'azzurro velo che ricopriva il capo della donna e l'eco delle onde che s'infrangono contro gli scogli, altro non sarebbe che il lamento della stessa Canfora che ogni notte saluta la sua terra. Insomma una dimora che ha racchiuso pagine d'amore, che il veneto Giuseppe Berto dedico' a Capo Vaticano, un tempo arido e selvaggio, oggi il promontorio di un giardino incantevole, che con il suo affaccio naturale, apre la vista alle splendide Isole Eolie.
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La Calabria delle ceramiche e delle terrecotte.

Abbiamo sempre parlato della Calabria per lungo e per largo, di usi e costumi, tradizioni e folklore, linguaggio e cultura, tralasciando un'apetto fondamentale: la sua arte. La produzione di ceramiche e terrecotte, in Calabria, è influenzata dalla tradizione e dalla cultura delle popolazioni che, nei secoli, hanno abitato questa antica regione. Una delle caratteristiche della ceramica calabrese è l’utilizzo frequente di simbolismi e di ritualità di ispirazione magica. Di gran pregio la produzione dei graffiti, delle maschere, dei pinakes, dei pastori in ceramica. Da segnalare, nella provincia di Reggio Calabria, le terrecotte di Gerace e le giare di Roccella Ionica . A Gerace, in armonia con la sua antica storia, si producono pezzi artistici singolari che vanno dai "pinakes" (tavolette di ceramica lavorate) alle statuine e agli oggetti di vario tipo anche lasciati con il colore naturale dell’argilla cotta.In questo centro calabrese la modesta produzione non riesce a soddisfare le richieste dei tanti turisti che, in ogni periodo dell’anno, visitano il paese. A Bisignano si continua la tradizione millenaria tramandata da generazioni e di cui si trova traccia anche in un antico documento datato 1573. La caratteristica delle terrecotte smaltate che si producono in questo angolo della Calabria è l’ornamento in azzurro su un sostrato bianco, di carattere popolareggiante, che riprende un disegno ritrovato nei resti ceramici dell’antica Sibari.
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sabato 16 febbraio 2013

ELEZIONI 2013: la citta di Catanzaro ospita il segretario del Pd e candidato premiere, a pranzo. L'emozione dei preparativi, vissuta da una semplice famiglia

Ormai manca davvero poco per il rinnovo del prossimo governo, per chi dovra' portare il paese verso nuovi orizzonti, affinche' l'Italia possa navigare in acque meno torbide, e' cosi' la campagna elettorale va avanti. Quello che ha fatto il segretario del Pd e candidato premiere, Pierluigi Bersani, una campagna intensa e vissuta in prima persona, come in Calabria, a Catanzaro, dove e' stato ospite della Famiglia Morreale, papa' Angelo, portalettere, mamma Giovanna, maestra elementare, e i due figli universitari, Marta di 24 anni e Francesco di 20 anni. Una semplice famiglia, di un semplice quartiere di Catanzaro, che un po' di tempo fa' hanno imbandito la tavola di tutti i prodotti tipici Calabresi, per farli degustare proprio a Bersani. In visita nel capoluogo Calabrese, il segretario del Pd, ha voluto controllare di persona il procedimento dei lavori nel porto e per vedere sopratutto i danni provacati dalla frana nel quartiere Jano', dopodicche' ha tenuto una conferenza stampa e insiema a Salvatore Scalzo, candidato sindaco della citta', ai consiglieri comunali e al commissario regionale, si sono recati presso l'abitazione dei Morreale. La tavola "apparecchiata", era qualcosa di prelibato, dagli antipasti di pate' di olive calabresi, al capicollo, alla nostra bella sopprassata e non poteva mancare certo il buon vino Calabrese ed infine a lasciare un marchio di buona terra di sapori, tradizioni e cultura, e' stato il Morzello, piatto tipico del posto. Bersani e' davvero rimasto soddisfatto, sia per l'accoglienza, vera e calorosa, della famiglia Morreale nei suoi confronti, ma sopratutto per i buoni sapori che hanno fatto sgranare gli occhi del politico, apprezzando con un bel sorriso, la buona cucina Calabrese. Concludo lasciando come sempre le mie considerazioni, e' questa volta nei panni di vero Calabrese, una cosa e' certa, che la famiglia di Catanzaro, comunque vadano le elezioni, sicuramente non dimentichera' questo pranzo un po' speciale. Invece per Bersani, se diventera' primo Ministro, sicuramente sara' stato uno di quei pranzi che fa di solito nel bar di montecitorio, ma spero proprio che non sia cosi', almeno no sara' un'altro che dopo le elezioni, si dimentichera' . . . della Calabria.
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domenica 10 febbraio 2013

Dipignano e la tradizione dei Calderai, conservata nel tempo con la festa della Polenta.

Il suo nome deriva dall'antico Ebraico "Di-Biniam" che da il significato di ricco paese di case e di pigne. Dipignano un piccolo borgo racchiuso nella incantevole ed alta Valle del Crati, a soli pochi km dalla provincia di Cosenza, che tra l'altro ne e' anche il suo capoluogo. Nacque o anzi meglio fu costituito nell'anno 977 d.c., da un gruppo di cittadini di Cosenza, che per salvarsi dall'invasione Saracena, si rifugiarono in questo piccolo e caratteristico paesino. Quello che pero' mi ha colpito di piu' di questo borghetto medievale e la cultura che i suoi circa 4000 abitanti, hanno conservato nel tempo rendolo accogliente e unico nelle sue tradizioni, come ad esempio "la festa della polenta", (vedi foto) che ha luogo circa ogni due anni, nel mese di settembre. Volevo sottolineare tra l'altro, la particolarita' di Dipignano, dove gli stessi abitanti, celebrano il loro gemellaggio con un piccolo  e pittoresco centro Piemontese, dal nome Ponti. La storia del gemmellagio e della tradizione di questa sagra, nasce proprio dal piccolissimo borgo calabrese, dove fin dal medioevo e' stato sede di piccole botteghe dove comuni artigiani, lavoravano il rame e il bronzo, chiamati Calderai. Gli stessi pero' nel 1650, furono costretti a cercare lavoro altrove, ed appunto alcuni di essi si ritrovarono in pieno inverno, nel freddo gelido del nord, nel paese di Ponti, dove qui furono accolti dal Marchese del Carretto, che li ospito' e da veri Calabresi, i Calderai ricambiarono, riparando un grande pentolone, conservato ancora oggi. Ed e' proprio da qui che i Dipignanesi, vogliono rendere omaggio con un gemellaggio, a quel paese, Ponti, che tanto tempo fa li accolse a braccia aperte. Volevo concludere, tralasciando le mie emozioni, su questi piccoli paesini, lasciati li, in un'angolo di mondo, forse anche dimenticati da tutti, ma una cosa e' sicura, la tradizione e la cultura che un popolo, conserva nel corso dei secoli e davvero qualcosa di straordinario, rivivendo ancora oggi con feste e sagre. . . il fervore di quei tempi.
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sabato 9 febbraio 2013

Francesco di Paola. Il Santo Patrono della Calabria, che insegno' con la sua vita da eremita, a valorizzare l'uomo.

San Francesco e' il patrono principale della Calabria, nasce a Paola in provincia di Cosenza, il venerdi' 27 marzo 1416 in una contada chiamata Terravecchia, nel cuore del centro storico. I suoi genitori Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, raccontarono che gia la sua nascita fu una melodia di miracoli illuminata da colori e luci che, alla vista dei Paolani, abitanti del posto, didero un'incredibile spettacolo. Gia' a tredici anni, ancora fanciullo, indosso' l'abito di San Francesco d'Assisi nel convento di San Marco Argentaro, sempre in provincia di Cosenza, dove opero' i primi prodigi. Dopo un'anno di convento, compie con i genitori un pellegrinaggio a Roma, Assisi, Loreto, Monteluco e Montecassino. Un'esperienza, il pellegrinaggio, che fece meditare a lungo il piccolo fanciullo, fino a prendere una decisione forte, ma nello stesso tempo piena di saggezza. Decise di lasciare la casa paterna - dove lui stesso nacque, che oggi e' diventata una piccola chiesetta, luogo di pellegrinaggio per i fedeli - per ritirarsi da eremita nella valle dell'Isca, dedicandosi alla totale dedizione per il Signore, imponendosi una durissima vita di penitenze, digiuni e preghiere, tutto questo per ben cinque anni. Un periodo duro, che solo lui e nessuno mai potra' dire come lui stesso stava. Cosi' un bel giorno, alcuni cacciatori che inseguivano una cerva, scovarono il suo rifugio e da allora, inizio' a Paola, lasciando la sua vita da eremita, la sua opera di apostolato, costruendo nel 1435, una cappella con tre piccole celle e da qui comincio' ad avere i suoi primi seguaci, che vedono in lui e nel suo genere di vita: preghiera, carita', umilta', austerita', penitenza, vita quaresimale e duro lavoro, insomma tutti quei valori di cui l'uomo aveva bisogno per affrontare la vita quotidiana. Grandi doti, che arrivarono persino al Re di Francia Luigi XI, il quale ammalatosi gravemente, mando a chiamare Francesco, chiedendogli di visitarlo. Ma il solo pensiero che tormentava il Frate, era quello di lasciare il suo popolo, la sua terra bisognosa di lui, tanto da indurre il Re a inviare un'ambasceria presso il Papa affinche' potesse accogliere la sua richiesta. E cosi' fu', tanto da convincere Francesco ad attraversare le Alpi, ed abbandonare il suo stile di vita austero, per passare a vivere in un palazzo reale, per ben 25 anni. Mori' in Francia il 2 aprile 1507 e canonizzato nel 1519, evento molto raro per i suoi tempi. Oggi San Francesco e' venerato in innumerevoli Santuari e chiese come: Paola (CS), Polistena (RC), Paterno' Calabro (CS), Corigliano Calabro (CS) Marina Grande di Scilla, Catona di Reggio Calabria, Lamezia Terme Sambiase e Crucoli Torretta (Crotone), dove in quest'ultimo paesino sul litorale Jonico, (vedi foto) avviene ormai da tantissimi anni la tradizione di festeggiarlo per tre giorni di fila, con una Santa Processione, dove alla fine del corteo rituale, viene messo su di una barca e messo in mare, usanza volle significare il suo imbarco da Civitavecchia per raggiungere la Francia alla volta del Re Luigi XI.
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mercoledì 6 febbraio 2013

La Calabria e i suoi animali in estinzione.

Come ben tutti possiamo sapere la Regione Calabria possiede un territorio vastissimo, un paradiso terrestre che alla varieta’ degli ambienti corrisponde sopratutto quella della manifestazione degli animali, che sono diciamo, il componente essenziale dell’ecosistema, quella natura particolare che appunto la differenzia, dalle altre regioni. Non dobbiamo infatti lasciarci sfuggire la Sila, il bel Parco Nazionale della Calabria, dove in un territorio cosi’ vasto, esistono circa 200 caprioli, di origine Toscana e Alpina, tenuti in un’ampio recinto di 250 ettari. C’e’ da sottolineare un fatto molto importante che, nonostante la riduzione dell’habitat naturale in alcune zone della regione, si puo’ rinvenire lo stesso una moltitudine di specie animali ormai rare. Diffuse sono anche, le volpi, le lepri, faine, puzzole, tassi, gatti selvatici e nei due laghi principali della Sila, uno dei mammiferi piu’ rari, e’ la lontra. Per quando riguarda invece i volatili, abbiano una presenza enorme e varia di esemplari come ad esempio, l’astore, lo sparviero, il nibbio bruno e reale, la poiana, il ghebbio, e’ molto importante e’ la presenza del grande e raro picchio nero, anch’esso in estinzione. E’ proprio grazie all’ospitalita’, che riserva una parte del suo territorio a molte specie animali, che trovano in estinzione in altri luoghi della regione. Voglio concludere infine dicendo, che forse l’uomo in questa estinzione, ha messo un po’ della sua grinta, infatti ultimamente proprio in Calabria si era visto un ripopolamento di daini, che pero’sono stati in gran parte sterminati dai bracconieri e dagli altri animali.
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