domenica 10 febbraio 2013

Dipignano e la tradizione dei Calderai, conservata nel tempo con la festa della Polenta.

Il suo nome deriva dall'antico Ebraico "Di-Biniam" che da il significato di ricco paese di case e di pigne. Dipignano un piccolo borgo racchiuso nella incantevole ed alta Valle del Crati, a soli pochi km dalla provincia di Cosenza, che tra l'altro ne e' anche il suo capoluogo. Nacque o anzi meglio fu costituito nell'anno 977 d.c., da un gruppo di cittadini di Cosenza, che per salvarsi dall'invasione Saracena, si rifugiarono in questo piccolo e caratteristico paesino. Quello che pero' mi ha colpito di piu' di questo borghetto medievale e la cultura che i suoi circa 4000 abitanti, hanno conservato nel tempo rendolo accogliente e unico nelle sue tradizioni, come ad esempio "la festa della polenta", (vedi foto) che ha luogo circa ogni due anni, nel mese di settembre. Volevo sottolineare tra l'altro, la particolarita' di Dipignano, dove gli stessi abitanti, celebrano il loro gemellaggio con un piccolo  e pittoresco centro Piemontese, dal nome Ponti. La storia del gemmellagio e della tradizione di questa sagra, nasce proprio dal piccolissimo borgo calabrese, dove fin dal medioevo e' stato sede di piccole botteghe dove comuni artigiani, lavoravano il rame e il bronzo, chiamati Calderai. Gli stessi pero' nel 1650, furono costretti a cercare lavoro altrove, ed appunto alcuni di essi si ritrovarono in pieno inverno, nel freddo gelido del nord, nel paese di Ponti, dove qui furono accolti dal Marchese del Carretto, che li ospito' e da veri Calabresi, i Calderai ricambiarono, riparando un grande pentolone, conservato ancora oggi. Ed e' proprio da qui che i Dipignanesi, vogliono rendere omaggio con un gemellaggio, a quel paese, Ponti, che tanto tempo fa li accolse a braccia aperte. Volevo concludere, tralasciando le mie emozioni, su questi piccoli paesini, lasciati li, in un'angolo di mondo, forse anche dimenticati da tutti, ma una cosa e' sicura, la tradizione e la cultura che un popolo, conserva nel corso dei secoli e davvero qualcosa di straordinario, rivivendo ancora oggi con feste e sagre. . . il fervore di quei tempi.

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