La Calabria come tutti sanno e' una di quelle regioni del Sud Italia che vive prevalentemente di turismo, fatto di mare e montagna. Pero' da quanto emerge da un dossier depurazione, presentato a Catanzaro da legambiente, in questi ultimi anni, il mare in Calabria e' diventato da bollino nero
Quasi 600 infrazioni, piu' di 600 persone denunciate e 103 depuratori sequestrati.
Dati davvero allarmanti che confermano la pessima qualita' delle acque, nonche' 1.041 richieste d'intervento aeeivate al numero verde "Sos Mare".
E' a dare l'allarme sono stati proprio loro, i turisti, che insieme ai cittadini locali, nei circa 80 giorni di funzionamento del servizio hanno segnalato di tutto: liquami, schiuma, spazzatura fino, addirittura ai malori ed ai ricoveri. Questi liquami di origine organica vengono riversati nei fiumi per poi confluire nel mare.
Infatti in Calabria solo il 49% della popolazione e' servita da un servizio di depurazione efficiente.
Una situazione che ha portato alla sentenza della corte di giustizia europea del 19 luglio scorso, condannando l'Italia alla mancata applicazione della normativa europea in oltre cento agglomerati italiani, 18 dei quali sono calabresi e comprendono 90 comuni.
Eppure di occasioni la Calabria ne ha avute.
Basti pensare ai 700 milioni di euro stanziati per colmare le lacune del sistema depurativo. Magli interventi delle forze dell'ordine, hanno confermato le diverse illegalita', connesse agli scarichi abusivi, malfunzionamento degli impianti e la gestione dei fanghi.
E cosi' dal dibattito con Legambiente, e' stato chiesto subito di intervenire, rafforzando la rete di controllo e monitoraggio sulla gestione e sul funzionamento degli impianti istituendo un osservatorio permanente sullo stato di salute del mare, coinvolgendo: le associazioni, le imprese e i cittadini.
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