sabato 14 gennaio 2012

NAVE COSTA CONCORDIA AFFONDA: TRA I PASSEGGERI ALCUNI CALABRESI. IL LORO RACCONTO E LE LORO TESTIMONIANZE.

Nella tragedia successa nemmeno a 24 ore di distanza, nelle acque del tirreno, tra i passeggeri c'erano alcuni Calabresi: due famiglie di Crotone ed un Maresciallo di Paola. Il colosso della Compagnia Turistica Navale, Costa Crociere, battezzata con il nome di "Concordia" e' affondata nella tarda serata del 13 gennaio, ieri notte, a circa 150 metri dalla costa dell'Isola del Giglio. Forse una manovra azzardata del Comandante, forse una bravata che e' costato il bilancio di circa tre morti ed una sessantina di dispersi. Una nave squarciata su di un fianco, dove la violenza dell'urto e l'impatto terribile della nave ha portato via con se un pezzo di scoglio, facendo giacere l'imbarcazione su di un fianco.

La Concordia, era partita da Civitavecchia con i suoi 4.229 passeggeri, tra turisti e membri dell'equipaggio, circa due ore prima dell'impatto che ha causato la tragedia. I passeggeri erano tutti a cena, quando ad un certo punto hanno sentito un forte boato e un black-out totale, fino a rivivere il dramma di un apocalisse, cio' che racconta uno dei Calabresi a bordo, il Maresciallo Giuseppe Romano' 57 anni di Paola, Cosenza. Durante questa apocalisse, come definisce il Maresciallo Calabrese, aggiunge, che non facevano altro che comunicare ai passeggeri, per oltre 45 minuti, di "mantenere la calma",  e con poco personale di bordo a prestare soccorso. "Questa Crociera era un regalo fatto dai miei figli dopo la morte di mia madre", con grande fervore il Romano', ribadisce: "lo hanno fatto piu' che altro per regalarmi un po' di serenita', per questo ero in viaggio da solo, e ora voglio tornare il prima possibile in Calabria per riabbracciare i miei cari". Infatti l'uomo, appena sbarcato dalla grossa imbarcazione, ormai naufragata ha preso il primo treno per Civitavecchia per fare rientro a casa, concludendo e facendo riferimento a quando accaduto, che furono avvisati di un guasto tecnico, solo in un secondo tempo si sono resi conto di aver urtato qualcosa, qualcosa di enorme da provocare uno squarcio di 70 metri. Conclude la sua storia dicendo: "Quando ci siamo resi conto dell'accaduto, un'ufficiale di bordo mi ha chiesto, di aiutare le persone, ad abbandonare la nave e a mettersi in salvo, e cosi' abbiamo fatto insieme ad altri uomini, visto che il personale della nave c'e' stato di poco aiuto".

L'altra famiglia superstite e' di Aprigliano, sempre provincia di Cosenza, Valter Cosentini, la moglie Cristina Rende e i due figli, rispettivamente di  5 e 9 anni. Ad apprendere la notizia e' stata la madre di lui, avvisata dallo stesso figlio dal cellulare di una passeggera. "Mamma io e Cristina stiamo bene, i bambini pure, abbiamo perso tutto, ma appena possiamo torniamo a casa", cosi' racconta la madre, di quel figlio, che con voce spaventata cerca di tranquillizzarla. La famiglia Cosentini nel pomeriggio del 14, si trovava nell'aeroporto di Fiumicino per far rientro a casa, dovendo recarsi a Palermo dove hanno lasciato l'auto, prima dell'imbarco.

L'ultima famiglia Calabrese coinvolta nella sciagura, arrivano dal Crotonese, 5 persone di Cutro e altre 2 di Isola Capo Rizzuto, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare, dove pero' hanno avuto la peggio sul disastro della nave Concordia, perche' uno di loro, di Isola, risulta ancora disperso e non si hanno notizie.






















Nessun commento:

Posta un commento