Il "brigante" piu' noto della Calabria e' considerato Giuseppe Musolino. Ma chi era veramente questo famigerato "brigante"? Un lavoratore tranquillo di S. Stefano d'Aspromonte, dov'era nato il 1875, quando fu arrestato perche' avrebbe sparato e ferito un uomo. Cerco' con ogni mezzo di dimostrare la sua innocenza, ma inutilmente! Fu condannato a ventuno anni di carcere per colpa di alcuni testimoni falsi. La lettura della sentenza del magistrato dell'Assise di Reggio Calabria lo sconvolse e, con animo fermo, giuro' di vendicarsi cantando a bassa voce il motivo della canzone del brigante Martino: "'Nd ebbiru lligrizza chiddu jornu / quandu i giurati cundannatu m'hannu... / ma si pi sciorta a ddu paisi tornu / chidd'occhi chi ridiru ciangirannu. / (N'ebbero allegrezza quel giorno / quando i giurati condannato m'hanno / ma se per sorte a quel paese torno / quegli occhi che risero piangeranno. / Dopo due anni riusci' ad evadere (gennaio 1899) dal carcere di Gerace e divento' il "brigante" dell'Aspromonte! E, come il personaggio di Alessandro Dumas "Il Conte di Montecristo", si vendico' dei suoi accusatori e dei suoi nemici uccidendo sette persone e ferendone undici. In quel tempo, in Calabria e fuori, Musolino era diventato un mito, il re della foresta. Si vedeva ovunque, ma nessuno riusciva a precisare dove. Dopo una lunga ed avventurosa latitanza, fu catturato per puro caso da due carabinieri in perlustrazione. Musolino si trovava nelle campagne di Acqualunga (Urbino) quando avvisto' due carabinieri, armati di tutto punto, che lo seguivano. Temendo di essere stato scoperto, si mise a correre in cerca di un posto sicuro. Correndo, sfortunatamente per lui, urto' ad un filo spinato di un reticolato, coperto di arbusti, e rimase impigliato come un uccello in trappola per cui i carabinieri non trovarono alcuna difficolta' ad ammanettarlo. Era il 1901. Dopo qualche anno fu processato e condannato all'ergastolo. Musolino non ebbe la forza di resistere al suo dramma ed impazzi' in carcere. Il 1946 fu graziato e si stabili', ormai stanco ed inebetito, a Reggio Calabria dove mori' il 1956. Una triste e penosa fine, ben diversa da quella del Conte di Montecristo! Eppure c'e' una certa analogia tra la storia di Musolino e quella fantomatica di Montecristo! Forse per le origini dei protagonisti non poteva essere uguale. E cosi' Musolino restera' nella memoria del tempo il terribile , "brigante" della Calabria ed "Il Conte di Montecristo" il giustiziere dei falsari, dei mistificatori, dei persecutori.
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domenica 27 marzo 2011
"MUSOLINO", IL BRIGANTE CALABRESE PIU' POPOLARE.
CHI ERANO I BRIGANTI CALABRESI.
Nei primi anni dell'800, durante la dominazione Francese in Calabria, ci furono degli avvenimenti storici che che fecero affermare il "brigantaggio" in Calabria non come una convinzione ma come una realta'.
Chi erano i "Briganti Calabresi"?
Sicuramente non erano, come tanti pensano, dei delinquenti o malfattori o tanto meno dei banditi, ma era gente comune come operai, contadini, artigiani che si ribellavano alla prepotenza ed ai soprusi dello straniero, alle ingiustizie sociali, agli sfruttamenti degli onesti lavoratori, alle corruzioni e alle dure leggi e alla persecuzione degli innocenti. Tutte queste oppresioni portarono il popolo Calabrese alla fame le dure tasse da pagare e le leggi sempre piu' insopportabili, fecero cosi' sorgere "i briganti", con a capo i pedacisi (i Pedace di Cosenza) che si opposero e si ribellarono al grande potere Francese. Fu organizzata una spedizione nei boschi di Malaparte per affrontare il necerrimo nemico, molto superiore per mezzi e per numero, dove dopo una sanguinosa battaglia, furono sconfitti e molti di essi (briganti), eroicamente, persero la vita. I supersisti guidati da un certo Lorenzo Martire e incoraggiati da Padre Domenico Rota, nemico dei Francesi, si diedero alla fuga per non essere braccati come cani, disperdendosi tra i boschi e sottrarsi alla vendetta del nemico.
I contadini Calabresi erano ridotti davvero alla fame, dure leggi contro di loro e campavano tra fatiche e debiti per pagare le tasse, quindi non c'e' da meravigliarsi, se alcuni di questi non negavano il loro aiuto ai cosiddetti briganti, che si erano sacrificati per farsi valere con il coraggio di ribbellarsi contro i tiranni. E' per questo motivo erano cosi' ospitali a chi si dava alla macchia. Quindi tutte questa storia, diciamo che tira fuori il vero essere, Calabrese, e chi li conosce bene, sa come agiscono, come diceva anche l'apostolo della scuola
Giuseppe Isnardi in "Paesaggio calabro" dice tra l'altro: "Dicono che io sia innamorato della Calabria, e a molti buoni amici, specialmente del settentrione e dell'Italia centrale, questo mio "amore" e' parso o forse pare ancora, se non eccessivo o innaturale e strano, per lo meno singolare. Sara' cosi'. Ma quando penso come questo "amore" si e' fatto in me, sino a divenire quasi tutta la mia vita, con le sue nostalgie e i suoi irresistibili bisogni di ritorno, non posso non pensare proprio a quel mondo contadino, mondo di poveri, di pazienti o di ribelli senza violenza di ribellione, in cui la Provvidenza mi mando' a lavorare, forse perche' imparassi a conoscere meglio, nella povertà, gli uomini e me stesso, conoscessi, cioe', davvero quello che e' dolore e fatica, rassegnazione e speranza e disperazione, sete di giustizia, oscurita' di eroismi senza riconoscimento, senza gloria e senza premio".
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Chi erano i "Briganti Calabresi"?
Sicuramente non erano, come tanti pensano, dei delinquenti o malfattori o tanto meno dei banditi, ma era gente comune come operai, contadini, artigiani che si ribellavano alla prepotenza ed ai soprusi dello straniero, alle ingiustizie sociali, agli sfruttamenti degli onesti lavoratori, alle corruzioni e alle dure leggi e alla persecuzione degli innocenti. Tutte queste oppresioni portarono il popolo Calabrese alla fame le dure tasse da pagare e le leggi sempre piu' insopportabili, fecero cosi' sorgere "i briganti", con a capo i pedacisi (i Pedace di Cosenza) che si opposero e si ribellarono al grande potere Francese. Fu organizzata una spedizione nei boschi di Malaparte per affrontare il necerrimo nemico, molto superiore per mezzi e per numero, dove dopo una sanguinosa battaglia, furono sconfitti e molti di essi (briganti), eroicamente, persero la vita. I supersisti guidati da un certo Lorenzo Martire e incoraggiati da Padre Domenico Rota, nemico dei Francesi, si diedero alla fuga per non essere braccati come cani, disperdendosi tra i boschi e sottrarsi alla vendetta del nemico.
I contadini Calabresi erano ridotti davvero alla fame, dure leggi contro di loro e campavano tra fatiche e debiti per pagare le tasse, quindi non c'e' da meravigliarsi, se alcuni di questi non negavano il loro aiuto ai cosiddetti briganti, che si erano sacrificati per farsi valere con il coraggio di ribbellarsi contro i tiranni. E' per questo motivo erano cosi' ospitali a chi si dava alla macchia. Quindi tutte questa storia, diciamo che tira fuori il vero essere, Calabrese, e chi li conosce bene, sa come agiscono, come diceva anche l'apostolo della scuola
Giuseppe Isnardi in "Paesaggio calabro" dice tra l'altro: "Dicono che io sia innamorato della Calabria, e a molti buoni amici, specialmente del settentrione e dell'Italia centrale, questo mio "amore" e' parso o forse pare ancora, se non eccessivo o innaturale e strano, per lo meno singolare. Sara' cosi'. Ma quando penso come questo "amore" si e' fatto in me, sino a divenire quasi tutta la mia vita, con le sue nostalgie e i suoi irresistibili bisogni di ritorno, non posso non pensare proprio a quel mondo contadino, mondo di poveri, di pazienti o di ribelli senza violenza di ribellione, in cui la Provvidenza mi mando' a lavorare, forse perche' imparassi a conoscere meglio, nella povertà, gli uomini e me stesso, conoscessi, cioe', davvero quello che e' dolore e fatica, rassegnazione e speranza e disperazione, sete di giustizia, oscurita' di eroismi senza riconoscimento, senza gloria e senza premio".
giovedì 24 marzo 2011
"TORRETTA DI CRUCOLI" , UN PEZZO DI CALABRIA.
Torretta e un paesino che nasce, diciamo nella parte Centrale della Calabria lungo la strada statale 106 sul litorale ionica e dista dal suo comune di appartenenza Crucoli circa 7 km, dal quale prende il nome Torretta di Crucoli.
Appunto, Torretta, si crede che il nome gli sia stato attribuito dalle torri di guardia sparse lungo il litorale, dove si narra che nei tempi dei briganti, queste torri avevano dei tunnel sotteranei, che collegavano la stessa, con le rive del mare per una improvvisa via di fuga durante il brigantaggio. Queste torri diventate poi propieta' dei signori Clausi, un piccolo borgo che le sue attivita' commerciali, industriali e turistiche hanno fatto di se' una cittadina di attivita' produttive, sono nate piccole aziende come fabbrica di liquori, di marmellate e di prodotti tipici locali come ad esempio "la sardella", dove proprio in questo mese comincia la sua attivita' sulle splendide spiaggie di Torretta, che resta poi un prodotto di eccellenza.
Altri luoghi da visitare sono il museo archeologico "Palopoli", ma il suo cuore e il lungomare turistico dove diciamo si svolge la viuta turistica nei mesi piu' caldi, e non poteva mancare il Kartodromo omologato a livello nazionale per gare di competizione.
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Appunto, Torretta, si crede che il nome gli sia stato attribuito dalle torri di guardia sparse lungo il litorale, dove si narra che nei tempi dei briganti, queste torri avevano dei tunnel sotteranei, che collegavano la stessa, con le rive del mare per una improvvisa via di fuga durante il brigantaggio. Queste torri diventate poi propieta' dei signori Clausi, un piccolo borgo che le sue attivita' commerciali, industriali e turistiche hanno fatto di se' una cittadina di attivita' produttive, sono nate piccole aziende come fabbrica di liquori, di marmellate e di prodotti tipici locali come ad esempio "la sardella", dove proprio in questo mese comincia la sua attivita' sulle splendide spiaggie di Torretta, che resta poi un prodotto di eccellenza.
Altri luoghi da visitare sono il museo archeologico "Palopoli", ma il suo cuore e il lungomare turistico dove diciamo si svolge la viuta turistica nei mesi piu' caldi, e non poteva mancare il Kartodromo omologato a livello nazionale per gare di competizione.
domenica 20 marzo 2011
DOPO 500 ANNI TORNA IN CALABRIA, "LA TORAH".
LA TORAH, per chi non lo sapesse, e' uno dei cinque Libri del Pentauco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio), Legge o Insegnamento in lingua ebraica, ossia i primi cinque libri della Bibbia, scritti a mano su pergamena con i caratteri tradizionali della lingua ebraica. Testi sacri e preziosi che tramandano quel dono solenne rivolto al popolo d’Israele sul monte Sinai, torna in Calabria dopo cinque secoli di assenza ma non di dimenticanza.
La Calabria, oggi, saluta e augura Pace riconoscendosi in una comunità un tempo rigogliosa, quando prima dell’Inquisizione spagnola ogni località aveva la propria florida Giudecca, anche Reggio Calabria, quando l’Ebraismo, oggi sopito ma non spento, risuonava. Un momento solenne seguito dalla preghiera che annuncia lo Shabbat, cioè il culto sabbatico della sosta dal lavoro del sabato, e che culminerà, in questo frangente, nella lettura di ‘Purim’ della Megilleh di Ester, la donna che digiunò dall’alba al tramonto per salvare il popolo israelita dalla morte. In questi giorni la Storia di questo popolo, forte di identità e intento a conservare le tradizioni religiose lontano da qualsivoglia giudizi o considerazioni di quanto avviene in Medioriente, invoca Pace e Dialogo e rivive nella Calabria accogliente.
Una Calabria che non solo ricorda ma conserva e valorizza un passato ricco e variegato, seme di un presente che non sfugge a quel passato ma lo onora e ad esso si richiama per essere migliore.
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La Calabria, oggi, saluta e augura Pace riconoscendosi in una comunità un tempo rigogliosa, quando prima dell’Inquisizione spagnola ogni località aveva la propria florida Giudecca, anche Reggio Calabria, quando l’Ebraismo, oggi sopito ma non spento, risuonava. Un momento solenne seguito dalla preghiera che annuncia lo Shabbat, cioè il culto sabbatico della sosta dal lavoro del sabato, e che culminerà, in questo frangente, nella lettura di ‘Purim’ della Megilleh di Ester, la donna che digiunò dall’alba al tramonto per salvare il popolo israelita dalla morte. In questi giorni la Storia di questo popolo, forte di identità e intento a conservare le tradizioni religiose lontano da qualsivoglia giudizi o considerazioni di quanto avviene in Medioriente, invoca Pace e Dialogo e rivive nella Calabria accogliente.
Una Calabria che non solo ricorda ma conserva e valorizza un passato ricco e variegato, seme di un presente che non sfugge a quel passato ma lo onora e ad esso si richiama per essere migliore.
domenica 13 marzo 2011
LA CALABRIA PIACE AGLI ITALIANI.
La bella e adorata Calabria viene percepita dagli Italiani come meta di vacanza per potersi godere il mare incontaminato, le belle spiaggie, i paesaggi e la natura, dove si possono ancora gustare i sapori della cucina tipica e le sue tradizioni locali, tutto reso molto piacevole dal clima ma soprattutto dal calore di accoglienza e di ospitalita' che danno i "Calabresi".
Infatti da un'indagine demoscopica e' stato evidenziato che chi viene giu' in Calabria, su mille soggetti presi come campione rappresentativo, circa il 76,1%, arriva per trovare parenti, amici o per motivi di studio e professionali. La localita' piu' conosciuta della Calabria come destinazione turistica, Tropea si conferma in uno dei primi posti, seguita poi da Isola Capo Rizzuto, Reggio Calabria, Diamante e non poteva mancare la bella Ciro' Marina bandiera blu' per diversi anni. Oltre il 60% degli Italiani ha espresso grande soddisfazione sugli aspetti vissuti nella regione per la qualita' e la varieta' dei prodotti tipici locali e inanzitutto per l'enogastronomia. E' inoltre e luogo ideale di villeggiatura, per il suo basso costo della vita e ideale per rilassarsi tutta la famiglia, aspetti per i quali otto italiani su dieci, sono concordi.
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Infatti da un'indagine demoscopica e' stato evidenziato che chi viene giu' in Calabria, su mille soggetti presi come campione rappresentativo, circa il 76,1%, arriva per trovare parenti, amici o per motivi di studio e professionali. La localita' piu' conosciuta della Calabria come destinazione turistica, Tropea si conferma in uno dei primi posti, seguita poi da Isola Capo Rizzuto, Reggio Calabria, Diamante e non poteva mancare la bella Ciro' Marina bandiera blu' per diversi anni. Oltre il 60% degli Italiani ha espresso grande soddisfazione sugli aspetti vissuti nella regione per la qualita' e la varieta' dei prodotti tipici locali e inanzitutto per l'enogastronomia. E' inoltre e luogo ideale di villeggiatura, per il suo basso costo della vita e ideale per rilassarsi tutta la famiglia, aspetti per i quali otto italiani su dieci, sono concordi.
sabato 12 marzo 2011
LA CALABRIA E IL JAZZ.
Si chiama "Groove of the rare - inverno 2011" la rassegna musicale Crotonese, una delle provincie piu' importanti della Calabria, questa manifestazione e' stata organizzata dalla stessa associazione culturale "N. a D.", gia promotrice del "Maveric rock'n 'roll festival.
Ad aprire questa manifestazione Jazz e'stato il Portoghese Miguel Martins, professionista del Jazz da circa 15 anni, ha inoltre studiato chitarra con Riky Sabat e's, Mario Delgado e tanti altri chitarristi dello stesso calibro, molto noto Martins per aver partecipato a molti seminari con musicisti come Frank Teberi o John Nugent, doug Weis Nguyen lee e altri.
Dal 1998 e fino al 2003, Martins ha inoltre suonato come membro leader e compositore del quintetto "Portujazz", formazione memorabile del genere in cui si sono avvicendati musicisti del calibro di: Antonio Mesa (Paco de Lucia), Joahnnes Krieger, Yuri Daniel (jan garbarek), Bruno Pedroso (Winton Marsalis), Alexandre Frazão(George Garzone), Demian Cabaud( Mark Tunner), Lars Arens, José Menezes, David Linker, Pedro Gonçalves, Hugo Alves (Rick Margiza)
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Ad aprire questa manifestazione Jazz e'stato il Portoghese Miguel Martins, professionista del Jazz da circa 15 anni, ha inoltre studiato chitarra con Riky Sabat e's, Mario Delgado e tanti altri chitarristi dello stesso calibro, molto noto Martins per aver partecipato a molti seminari con musicisti come Frank Teberi o John Nugent, doug Weis Nguyen lee e altri.
Dal 1998 e fino al 2003, Martins ha inoltre suonato come membro leader e compositore del quintetto "Portujazz", formazione memorabile del genere in cui si sono avvicendati musicisti del calibro di: Antonio Mesa (Paco de Lucia), Joahnnes Krieger, Yuri Daniel (jan garbarek), Bruno Pedroso (Winton Marsalis), Alexandre Frazão(George Garzone), Demian Cabaud( Mark Tunner), Lars Arens, José Menezes, David Linker, Pedro Gonçalves, Hugo Alves (Rick Margiza)
lunedì 7 marzo 2011
CALABRIA: GLI AMBIENTALISTI LOTTANO PER UNA CENTRALE ELETTRICA A CARBONE.
Il progetto e' stato approvato nel 2008, definitivamente, i lavori dureranno all'incirca 5 anni per un costo di un miliardo e 200 milioni di euro, tanto dovrebbe costare l'impianto di Saline Joniche, carbone in Calabria, per produrre energia elettrica.
Una buona prospettiva, un progetto ambizioso per una regione come la Calabria, nuovi investimenti, pero' tutto cio' e' diventato il simbolo di protesta degli ambientalisti, del ministero dei beni culturali, delle amministrazioni culturali, mentre dall'altra parte la SEI, societa' titolare del progetto, dichiara che la co9struzione della centrale sara' la rampa di volo di uno sviluppo territoriale, impiegando circa 900 persone durante la costruzione e 300 a regime, solo che i documenti parlano di 140 posti di lavoro.
Il Paese ha bisogno di energia a basso costo ribadisce il presidente della societa' costruttrice Fabio Bocchiola, per produrre 1.300 Mwh (la potenza della centrale progettata) ci vorrebbe un campo di pannelli fotovoltaici grande 20×2 chilometri. Noi andiamo avanti, avvieremo campagne informative per spiegare alla gente che la centrale non è dannosa e che farà decollare l’economia locale, turismo compreso». Oggi la SEI attende l’esito del ricorso contro il ministero dei Beni culturali, e anche se la valutazione di impatto ambientale ha dato ragione alla società, la politica sicuramente non sta dalla sua parte: “Non sono mai apparsi chiari gli interessi che graviterebbero sulla SEI. L'unica cosa che fa paura, comunque e il regresso ambientale, tuttavia se si pensa che da 36 anni giace il relitto della Liquichimica a due passi dal mare, in un territorio come la Calabria che vive di "vocazione turistica", con una disoccupazione del 19%.
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Una buona prospettiva, un progetto ambizioso per una regione come la Calabria, nuovi investimenti, pero' tutto cio' e' diventato il simbolo di protesta degli ambientalisti, del ministero dei beni culturali, delle amministrazioni culturali, mentre dall'altra parte la SEI, societa' titolare del progetto, dichiara che la co9struzione della centrale sara' la rampa di volo di uno sviluppo territoriale, impiegando circa 900 persone durante la costruzione e 300 a regime, solo che i documenti parlano di 140 posti di lavoro.
Il Paese ha bisogno di energia a basso costo ribadisce il presidente della societa' costruttrice Fabio Bocchiola, per produrre 1.300 Mwh (la potenza della centrale progettata) ci vorrebbe un campo di pannelli fotovoltaici grande 20×2 chilometri. Noi andiamo avanti, avvieremo campagne informative per spiegare alla gente che la centrale non è dannosa e che farà decollare l’economia locale, turismo compreso». Oggi la SEI attende l’esito del ricorso contro il ministero dei Beni culturali, e anche se la valutazione di impatto ambientale ha dato ragione alla società, la politica sicuramente non sta dalla sua parte: “Non sono mai apparsi chiari gli interessi che graviterebbero sulla SEI. L'unica cosa che fa paura, comunque e il regresso ambientale, tuttavia se si pensa che da 36 anni giace il relitto della Liquichimica a due passi dal mare, in un territorio come la Calabria che vive di "vocazione turistica", con una disoccupazione del 19%.
mercoledì 2 marzo 2011
LA CALABRIA SOFFRE DI RISCHIO IDROGEOLOGICO.
Ancora una volta la Calabria in primo piano per il maltempo, alluvione alle porte della Sicilia, vicino a Reggio Calabria. Una regione che continua a sgretolarsi davanti ai nostri occhi fino a portare ad un rischio idrogeologico, che comprende circa l'80% della regione, una condizione che negli anni ha portato morti e disastri, specie negli ultimi tempi. Oltre 409 comuni Calabresi a rischio di frane ed alluvioni, circa 185mila persone ed il 42% di questi 409, presenta molti quartieri situati in zone a rischio, anche scuole e ospedali, problemi legati soprattutto alla piaga "dell'abusivismo edilizio", occupando il secondo posto con circa 800 infrazioni, 930 persone denunciate e oltre 270 sequestri. Qualcuno potrebbe definirla una Regione al collasso, come la interpreta anche il presidente regionale dell'ordine dei geologi, soffermandosi su un'impegno da parte dello stato, sulla messa a punto della regione e sulla sua sicurezza, considerando come primo punto una pianificazione dei comuni a rischio, concludendo, infine, Volo sul dispiacere per la non eseguita erogazione di 200 milioni per la Regione.
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