In questo post, voglio parlarvi di un'incantevole e desiderato luogo turistico della costa tirrenica calabrese. Praia a mare. In origine popoloso villaggio di contadini e di pescatori sorto sulle spiagge strette tra il corso del fiume Noce, che a nord segna il confine con la Basilicata ed il contrafforte roccioso oltre la pianura alluvionale del fiume Lao, fu inizialmente la frazione marinara del confinante comune di Aieta. Praia a Mare, all'epoca con il nome di "Praia d'Aieta" diviene comune amministrativamente autonomo nel 1928. Nel 1937 ha luogo la scissione da cui nascono tre distinti Comuni: Praia a Mare, Aieta e Tortora così come sono oggi. Per secoli Praia ha mantenuto integri e vivi usi, costumi e tradizioni della vicina rocca natia. L'etimologia del nome è incerta, anche se ricorda i traffici di merci e di uomini che nell'antichità avvenivano sulla costa Tirrenica: deriverebbe da "Plaga Sclavorum", spiaggia degli Sclavoni o degli Schiavoni, o da "Plaga Slavorum", spiaggia degli Slavoni.
La cittadina ha subito un notevole sviluppo tra gli anni sessanta e novanta grazie agli investimenti del gruppo Marzotto e della famiglia Agnelli. Insomma una piccola cittadina che vive solo ed esclusivamente di turismo ed inoltre di modesto rilievo ma che completano lo scenario economico di Praia a Mare sono le piccole industrie di vari settori e le aziende e cooperative agricole, operanti nella coltivazione e produzione di olio, piante officinali e di recente il mirto che cresce abbondante sulla prospiciente isola di Dino. Per anni Praia a Mare è stato uno dei più importanti distretti tessili della Calabria e tutt'oggi, uno dei settori trainanti dell'economia praiese è l'abbigliamento, con boutique dove si possono trovare capi d'alta moda ma anche creazioni di artisti locali. A Praia a Mare aveva sede la Marlane, un'azienda tessile al centro di una causa per inquinamento ambientale e avvelenamento degli operai.
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