Un lupo non voleva dire soltanto una minaccia in meno per le greggi, ma l'occasione per fare una buona scorta d'amuleti. Ad esempio la pelle della bestia e' ricca di poteri premonitori e curativi: per questo ognuno se n'assicurava un brandello da portare in un sacchetto appeso al collo, "u vurzziddru". Qualche pelo si nascondeva nella scarpetta destra dei neonati: serviva per tenere il malocchio lontano dalle creature, per farle crescere sane e forti, ma in caso di necessita' era infallibile anche come antidolorifico: bastava toccare tre volte la parte sofferente di una persona col piede del bimbo calzato dalla scarpetta perche' ogni dolore passasse all'istante.
In un paesino ai piedi della Sila, che si chiama Savelli, per la mastite si applicava, il pelo dell'estremita' della coda del lupo. Sempre In Sila qualche anziana ricorda ancora un tizio che girava con un lupacchiotto la guinzaglio per offrire i suoi servizi alle puerpere che stendavano a far il latte: faceva succhiare il latte materno al docile animale. Nei paesi di montagna, c'era un'usanza a dir poco strana: i bambini che nascevano la notte del Santo Natale si credeva che avrebbero avuto una fame lupigna o avrebbero rischiato di divenire lupi mannari!
Per eliminare quest'inconveniente si dondolava il neonato davanti all'apertura del forno prima di cuocere il pane, recitando per tre volte, la seguente filastrocca:
Abbuttati lupacchiu. Sfamati lupacchiotto
cu' furnu e' fattu. che il forno e' caldo.
Abbuttati lupinu Sfamati lupacchiotto
cu' furnu e' chijnu. che il forno e' pieno.
Nessun commento:
Posta un commento