domenica 6 novembre 2011

IL PRANZO DI NATALE COSA METTIAMO SUL TAVOLO E COME LO VOGLIAMO IN CALABRIA

Come tutti sappiamo stiamo per avvicinarsi ad una delle tante feste attese per eccellenza, IL SANTO NATALE, la ricorrenza cristiana piu' bella dell'anno, dove rappresenta quella festa che riunisce parenti e amici. Una ricorrenza di profonda spiritualita' che conserva nelle tradizioni e nelle credenze, qualche traccia di origine pagane e uno degli elementi piu' essenziali della Nativita', resta il pranzo di Natale. In Calabria nei tempi antichi, si usava riunirsi al tavolo imbandito solo dopo la mezzanotte, dove si usciva dalla chiesa e a notte fonda ci si accasava per ricompensarsi del digiuno della mezzanotte. Da un bel po' di tempo pero' questa usanza e passata di moda, sia per l'orario un po' insolito per ritrovarsi al tavolo, una tradizione pero' che non si poteva certo rinunciare e cosi' si rinvio' questo festoso cenone al giorno dopo e precisamente a mezzogiorno del 25 dicembre, nasce cosi' il pranzo di Natale, e da qui nasce cosi' la nobile passione dei buongustai di addobbare il tavolo natalizi, non con il solito cotechino che usano fare al nord, ma con pietanze Calabresi, molto piu' genuine e molto piu' nutrienti.

COME PREPARARE UN PRANZO DI NATALE ALLA CALABRESE:

Per prima cosa, come tutti i pranzi di Natale o simili, un buon e non abbondante antipasto farebbe gola, si potrebbe partire cosi' con la tradizionalissima 'nduja calabrese, insaccati, formaggi tipici locali, come ad esempio un buon pecorino Crotonese o un buon formaggio misto (latte di mucca e latte di pecora), molto dolce e se non tanto stagionato, preferito anche dai bambini, mettiamo poi tra i nostri antipasti, delle buone melanzane a filetto sott'olio e un piattino con della sardella ammorbidita con un goccio di olio di oliva. Passiamo poi ai primi, dove la tradizione vuole che ogni massaia o per meglio dire, donna di casa, deve essere in grado di preparare la pasta fatta in casa e per di piu' in quindici diverse maniere: dai classici "maccarruni a ferretti", ai "strangugghjapreviti", taglierini, fettuccine, lasagne e cosi via. Molto abbondanti e prelibati anche i secondi piatti, sia a base di pesce che a base di carne, dove per il pesce andiamo dal capitone, al baccala', ed altro e per passare poi alla carne con un buon tacchino o cappone, oppure un bel vassoio di capretto in umido o una bella grigliata mista di maiale. Ma mi raccomando pero' . . . non abbuffiamoci troppo, con gli antipasti, con i primi e con i secondi, perche' dobbiamo lasciare un po' di spazio per i classici dolci natalizi calabresi, che non possono certo mancare sulla nostra tavola. Ed e' proprio qui che avrei qualcosa da dire, tanto business, a Natale, dove i media riempiono i nostri occhi con i classici panettoni e pandori, dove in realta' non hanno mai attratto l'attenzione dei buongustai ma solo la massa. In calabria certo non mancano i panettoni artigianali arricchiti con canditi di cedro e bergamotto, portando il "made in Calabria" in tutto il resto del mondo, ma i dolci che tradizionalmente si distinguono di piu' sono per eccellenza, i pregiatissimi torroni calabresi, i crustoli, la pasta melata, i mostaccioli, i 'nzulli (dolci croccanti alle mandorle) . . . e mi raccomando non fatevi mancare in tutto questo "ben di dio" . . . una buona bottiglia di Ciro' Rosso.

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