MESSINA E VIBO VALENTIA,LA RABBIA DELLA “NATURA.
Dopo l'intensificarsi delle pioggie nelle ultime settimane dal messinese a Vibo Valentia la terra continua a franare, trascinando insieme alle vite umane gli strascichi di tanti pronostici catastrofistici che hanno acquistato, nella cronache di questi giorni, sempre più spazio e attenzione mediatica.
LA TERRA CHE FRANA A VIBO VALENTIA.
Una soglia di preoccupazione alimentatasi esponenzialmente dopo le conseguenze del violento nubifragio che, all'inizio dello scorso autunno, è costato la vita a 37 persone e che ha causato la devastazione della maggior parte dei comuni nella zona dei Monti Nebrodi, in Sicilia.
LA CATASTROFE DI MONTI NEBRODI.
Oggi i riflettori dell'emergenza si spostano in Calabria: a quattro mesi dalla tragedia, lunedì scorso, 2300 abitanti del comune di Maierato sono stati fatti evacuare dopo che il modesto rilievo collinare su cui si adagiavano parte delle abitazioni e delle infrastrutture è letteralmente collassato su se stesso. Una scena sconvolgente, filmata e immortalata su Youtube, per essere presto diffusa presso i più blasonati social network della rete.
Un fenomeno sconvolgente come quello verificatosi a Maierato potrebbe cancellare un'intera cittadina, far sparire nel nulla gli abitanti di una piccola comunità: non si tratta di un'esondazione o di una frana localizzata, ma di un'area pari a ben 100000 metri quadri (circa dieci campi di calcio messi insieme) che è stata letteralmente ingoiata dalla terra, restituendo solo macerie. «O c’è un piano serio che investa, piuttosto che in opere faraoniche, nel garantire la sicurezza in queste zone del paese, o si potranno avere altre sciagure» ha commentato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a proposito delle recenti emergenze ambientali, ribadendo di essersi accorto da tempo della gravità della situazione, e ammettendo di aver rilanciato in più circostanze il tema del diffuso dissesto idrogeologico, in gran parte causato dall'abusivismo, nel messinese come in tante altre parti d'Italia.
Disegnando la resa dei conti di quella che sembra essere una sorta di malattia endemica del nostro Paese, Legambiente certifica che in Italia il 77% dei Comuni ospita abitazioni costruite a ridosso di zone considerate rischiose: siamo contraddistinti da un primato europeo che riporta la cifra di ben 5.581 comuni italiani a rischio idrogeologico, di cui 1.700 per frane, 1.285 per alluvioni, e addirittura 2.596 comuni che contano il rischio per frane e alluvioni insieme.
Se questi numeri non fossero già sufficienti a far accapponare la pelle, il bassissimo livello di precauzione della politica può essere denunciato dal taglio operato dal governo Berlusconi con la legge Finanziaria, che ha ridotto i fondi stanziati per la protezione del territorio dai 510 milioni di euro del 2008 ai 93 milioni previsti per il 2011. Intanto le perizie tecniche effettuate sulla zona adiacente alla frana hanno consentito agli sfollati di Maierato di far ritorno alle proprie abitazioni, tra giovedì e venerdì: per ora il pericolo pare scongiurato. La procura di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo che si inserisce in una serie di inchieste già avviate da tempo sui pericoli del dissesto idrogeologico. In Sicilia, entro il fine settimana, è atteso il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso.
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