giovedì 26 novembre 2015

La 'nduja di Spilinga, grazie all'azienda Caccamo di Vibo, trionfa alla stampa estera.

Prodotto tipico Calabrese per eccellenza, la 'nduja di Spilinga, ha reso omaggio alla terra degli aforismi, abbracciando la stampa estera.

Il merito ed il riconoscimento va all'azienda di Luigi Caccamo di Vibo Valentia, l'artigiano della 'nduja, premiato a Roma nel corso della cerimonia ufficiale di gala che si e' svolta presso il Grand' Hotel Bermini Bristol, con una cena di lusso, timonata dal grande chef  Andrea Fusco.
Un prodotto unico al mondo, l'insaccato in questione, che grazie alla madrina del premio Caccamo, Jurgita  Jurkeviciene, la giornalista della testata Lituana lietuvos Rytas, ha guadagnato grandi estimatori in tutto il mondo. Una visibilita' internazionale quella della 'nduja, che come sottolinea la stessa moglie del Caccamo, Graziella, l'azienda e' riuscita a dare nuova vita allo stesso prodotto curando le consuetudini secolari quanto all'igiene ed all'ottima qualita' degli ingredienti.

L'imprenditore calabrese, e' stato premiato non solo come uno dei migliori produttori di Spilinga, ma anche per l'attenzione mirata al suo stabilimento, dovuta all'innovazione e all'avanguardia.
La 'nduja diviene cosi', grazie alla bravura dei suoi produttori, un prodotto doc, come il prosciutto san daniele e molti vini pregiati, proponendo riserve  in formati fino a 50 kg, come appunto anche i grandi formaggi. Un'esperienza per la Calabria alla quale va un premio estero, diventando un'emblema, questa volta, non per le sue cattive notizie, legate alla 'ndrangheta, ma per un immagine culinaria, che da a questa regione un'immenso valore e tantissimo orgoglio.

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mercoledì 25 novembre 2015

Il Calabrese, Macri, leader della coalizione di centro-destra, diventa Presidente dell'Argentina.

Si chiama "Mauricio Macri", ovvero Maurizio Macri', il nuovo presidente dell'Argentina che ha chiuso le urne battendo il candidato peronista Daniel Scioli.

Il cognome e' originario della provincia di Reggio Calabria, precisamente di Polistena, piccolo centro cittadino a pochi passi dalla sopracitata provincia, che portando lo stesso cognome in Argentina le viene tolto l'accento.
I Macri si stabiliscono a Buenos Aires nel 1949, dove nati come costruttori, ebbero il loro primo successo nei primi anni ottanta, quando la loro Sevel ottenne da Fiat e Peugeot la licenza per costruire e vendere auto delle stesse case automobilistiche in Argentina.
Una famiglia dal carisma unico e intraprendente, quella dei Macri, visto anche il clima di festa che si e' creato dopo la chiusura dei seggi nel bunker di "Cambiemos", visto anche il grande distacco avuto sullo Scioli.
Sono stati in tanti ad urlare "Mauricio Presidente".
Saltano, ballano e urlano i tanti simpatizzanti del "macrismo", dove dopo poche ore ci fu il suo primo intervento, ringraziando tutti quelli che lo avevano sostenuto, confermando che con questa scelta l'Argentina ha deciso di voltare pagina, dopo aver affidato per due mandati consecutivi, vale a dire per ben 12 anni, la guida del Paese a Cristina Kirchner.

Il discorso di Macri ha dato spazio anche spazio al ricordo delle sue origini, figlio di Franco originario di Reggio Calabria trasferitosi a Buenos Aires negli anni '50, rendendo cosi' omaggio al lavoro fatto dagli "immigrati", che attraversarono l'oceano, alla ricerca di un po' di fortuna.

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sabato 14 novembre 2015

Strage in Francia: un fotografo di Vibo Valentia racconta il terrore vissuto per le strade di Parigi.

Si chiama Raffaele Montepaone, di origine Vibonese e con la forte passione della fotografia che lo ha portato a partecipare ad un concorso di fotografia a Parigi scenario di guerra, dove ieri sera follia e terrore, hanno seminato sangue proprio nella stessa citta'.

Il noto fotoreporter rivive la sua esperienza insieme ad un quotidiano calabrese, raccontando che, nel momento in cui avvengono gli attentati prima allo stadio, poi alla sala concerti e ad altri 4 punti caldi nel repertorio dell'organizzazione islamica, si trovavano in visita alla torre Eiffel, non molto lontana dal Bataclan luogo del primo attentato nel mirino dell'Isis,

Ci trovavamo difronte alla torre quando  ad un certo punto, dice Raffaele,  abbiamo visto sfrecciare a pochi metri da noi auto della polizia, dopo un po' ambulanze e successivamente camion dei Vigili del Fuoco, e li gia' avevamo intuito che fosse successo qualcosa di veramente grave.
La conferma e' avvenuta nel vedere la gente correre davanti a noi, con il terrore negli occhi, straziati dalla paura e colpiti dal dolore.
Dopo pochi minuti ci siamo accorti dell'attentato e che c'erano diversi morti.

"L'unica cosa che restava da fare era rientrare subito in Hotel", afferma la ragazza del fotografo. Dovevamo arrivare in Hotel, La Pavillon du Louvre, sulla Rue Moliere a pochi passi dagli attentati, e cosi' ci siamo messi in cammino, anche perche', presto sarebbe scattato il coprifuoco a seguito dello stato di emergenza emanato dal presidente Francese Francois Hollande.
Ma sembrava impossibile percorrere soli pochi metri, poliziotti in tenuta d'assalto correvano dappertutto, strade bloccate e le sirene di tutte le forze di polizia e disoccorso, era l'unica melodia che si poteva udire.
I due giovani insieme ad alcuni amici sono rimasti bloccati per strada per diverse ore, solo all'una di notte riescono a raggiungere la propria camera d'albergo e la prima cosa che ha fatto Raffaele e' stata quella di tranquillizare parenti ed amici tramite facebook: "state tranquilli siamo salvi, non riuscivamo a raggiungere il nostro hotel, noi stiamo bene, ma fuori c'e' l'apocalisse".

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