venerdì 25 gennaio 2013

Il dialetto Calabrese, nato dalle colonizzazioni e le incursioni di popoli.

Tempo fa in qualche post vi ho accennato dei proverbi calabresi, il suo dialetto, ma abbiamo tralasciato la sua discendenza, in questo post voglio appunto parlarvi di questo. I dialetti calabresi sono idiomi ricchi di influenze linguistiche, dovute alle colonizzazioni, le dominazioni e le incursioni di differenti popoli. Principalmente comunque sono composti dalle lingue classiche: il greco e il latino. calabriaI dialetti calabresi sono di tipo meridionale estremo (i parràti calabbrìsi definiti anche tricalabro o siciliano da Ethnolongue) nella parte centro-meridionale della Calabria e di tipo napoletano ('e parràte calabbrìse) nella parte settentrionale. Tale divisione linguistica corrisponde molto approssimativamente alla storica divisione amministrativa delle "Calabrie": Calabria Citeriore (o Calabria latina) e Calabria Ulteriore (o Calabria greca).
I dialetti calabresi sono fra i dialetti italiani che più di altri hanno attirato l'attenzione degli studiosi per le proprie peculiarità e le radici in tempi antichi. L'evidente diversità linguistica nell'ambito della stessa regione, il rapporto tra impronta greca (grecanica) e storia della Calabria, la più o meno precoce latinizzazione ed i "relitti" lessicali di altre lingue, la forte presenza della minoranza arbëreschë, sono oggi argomento di studio e discussione di glottologi e linguisti. Chi voglia infatti paragonare i dialetti italiani della Calabria meridionale con quelli parlati nella Calabria del nord, non può non notare il forte contrasto esistente. Un esempio è la forma del tempo perfetto indicativo (che include passato remoto e passato prossimo italiani), che ha due forme nelle due diverse zone: nel Nord-Calabria è un tempo composto, simile al passato prossimo italiano; nel Sud-Calabria invece, è un tempo semplice che ricorda il passato remoto italiano, da cui il grande errore di chiamare "passato remoto" questo tempo anche in calabrese (in realtà equivale esattamente al perfetto latino, dal quale deriva).
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giovedì 24 gennaio 2013

La tarantella, piu' che una danza, una cultura calabrese rimasta nel tempo

Torniamo a parlare delle tradizioni e della cultura, che caratterizza la Calabria dalle altre regioni, e' una di esse, che e' rimasta focalizzata nel tempo, restando pertinente alla sua cultura e' la Tarantella. La Danza popolaresca, a carattere regionale, la quale tuttavia cambia, nell'impostazione e nelle figure, da zona a zona e persino da paese a paese. Ballata sugli spazi dei villaggi, nelle feste padronali o sulle vie in occasione della vendemmia o dei raccolti ma anche al chiuso, in casa o nei saloni per feste private, ricorrenze o meno, da cui "ballu nto sularu". La musica è offerta dagli strumenti tradizionali: la zampogna e i tamburelli. Il più delle volte danzano soltanto gli uomini e la tarantella assume l'andamento di un duello, in cui si fanno le finte dell'attacco e della difesa. Il cerchio d'attorno detto "rota" prende parte ad esso sottolineando con grida e battiti di mani il ritmo della musica e i passi dei ballerini. In alcuni paesi la tarantella è danzata a due alla volta, a coppie alterne, a volte regolate da un "mastru di ballu" a volte con cambi spontanei. Una delle piu' popolari sonate calabresi o meglio tarantelle e la "Calabrisella mia", ormai diciamo inno nazionale della nostra bella Calabria.
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venerdì 11 gennaio 2013

La vera ricetta delle melanzane a filetto alla Calabrese, tramandata nel tempo da nonna Maria e nonna Teresina.

In questo post vi voglio proporre una deliziosa ricetta che fa della mia terra, la Calabria, qualcosa di particolare e la contraddistinque in tutti i suoi aspetti. La vera ricetta delle melanzane a filetto di come le fa mia madre, che quando le mie bimbe le mangiano, esclamano: "buone le melanzane di nonna Assunta ...". Una tradizione che e' rimasta a lungo nel tempo, tramandata dalle mie nonne, nonna Maria e nonna Teresina, (vedi foto), conservando il suo sapore e la sua gustosita'. Questa ricetta diciamo che viene preparata nel mese di agosto, dove tutto asciuga molto piu' alla svelta e ci prepariamo per le provviste invernali, infatti le melanzane a filetto, e' una delle ricette piu' preparate per quando riguardano i prodotti tipici Calabresi. Andiamo subito alla sua preparazione dove richiede cura, accortezza nel dosaggio, ma sopratutto molta passione nel prepararle.

INGREDIENTI:
  • Melanzane (quantita' giusta per quando si desidera farne).
  • Peperoncino.
  • Sale (q.b.)
  • Aglio.
  • Fiori di finocchio (aggiunta a piacere).
PREPARAZIONE:

Per prima cosa prendiamo delle melanzane, sbucciamole, e iniziamo a tagliarle verticalmente dalla parte piu' lunga, di uno spessore sottile, all'incirca meno di mezzo centimetro, ottenendo così delle fette intere di melanzane. Dopodicche' le stesse fette, sovrapposte l'una sull'altra andiamo a tagliarle a striscie, depositandole man mano in un recipiente abbastanza grande per poterle condire con il sale affinche' possa far uscire l'acqua dalla melanzana. Si potrebbero addirittura scottare un po' in acqua, per renderle un po' piu' morbide, ma la vera ricetta, sarebbe al naturale. Facciamole riposare per circa una mezz'ora, il tempo necessario che il sale riesca a far buttare fuori il sale e dopo iniziamo con la spremitura delle stesse a mano o con appositi torchietti spremitutto. Una volta fatta fuoriuscire l'acqua andiamo a condire con aglio, peperoncino e a chi piace, fiori di finocchio, per poi disporre nei vasetti di vetro con olio extravergine di oliva, fino a coprire le melanzane. Un'accorgimento molto essenziale, a cui nonna Assunta ci tiene e chiudere bene i vasetti affinche non prendano aria e per una buona conservazione del prodotto.
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lunedì 7 gennaio 2013

Il Vino Ciro' Mabilia, dal nome di un'antica principessa, oggi sulle nostre tavole.

Un tempo il nome Mabilia, era prestigio e bellezze delle terre del Marchesato, una principessa Normanna dell'XI sec. che visse, qui le sue favole. Un nome che oggi valorizza i nostri territori caratterizzati da particolari qualita' e ricche sopratutto di valenza storiche e culturale. Oggi questo nome, Mabilia viene attribuito ad un pregiato vino Ciro' Rose', gaglioppo al 100% che porta con se l'eleganza e la freschezza di quel nome che ancora oggi la Calabria ne va fiera. Ottenuto appunto dal vitigno del gaglioppo, il Mabilia, dopo un'esenziale raccolta manuale, le uve vengono lasciate a macerare per 24 ore a temperatura controllata, al fine di ottenere un vino cristallino, con riflessi color rubino. La sua fragranza emana un profumo di amarena e rose. Una storia d'amore importante quella della principessa Mabilia che a soli 10 anni incontro' Costantino l'Africano, maestro della Scuola Medica Salernitana e gli fu concessa la citta' di Crotone e la tenne per oltre diversi anni. Insomma un qualcosa d'importante che dopo 900 anni storia e viticoltura Calabrese si riconciliano.
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