Non ce l’ha fatta Silvia C., la 46enne di Rose che lo scorso 19 aprile aveva ingerito funghi velenosi del tipo Amanita Verna, scambiandoli per innocui prataioli. La donna è deceduta ieri in ospedale al termine di un calvario durato otto giorni. Meglio è andata invece a suo figlio sedicenne e al papà di Silvia, un anziano di 82 anni, che pur avendo ingerito le piante tossiche, sono riusciti a sopravvivere. Il fatto, anticipato da CO sull’edizione del 22 aprile, era avvenuto a Rose. Il papà della vittima, alla vista dei funghi cresciuti sul proprio terreno, aveva deciso di raccoglierli per la figlia e i nipoti che abitano insieme a lui. La mattina, l’uomo aveva deciso di recarsi nella casa di campagna per accudire gli animali e lavorare l’appezzamento di terreno, in preparazione alla semina. Ma la sua attenzione è stata catturata da quei funghi notati sotto un pioppo. Funghi che lui conosceva bene o almeno pensava di conoscere e che erano spuntati grazie alle abbondanti piogge dei giorni precedenti. L’uomo ha provveduto a raccoglierli e portarli a casa per cucinarli alla sera.
Il pasto non è stato consumato da tutta la famiglia: a uno dei due nipoti, infatti, non piacevano i funghi. Una fortuna, visto che durante la notte sua madre e suo fratello hanno cominciato ad avvertire dolori addominali acuti. E così pure il nonno. Sono stati tutti trasportati in ospedale a Cosenza. I sanitari, dal racconto e dai sintomi evidenziati, hanno subito capito che il problema era grave.
Tutti sono stati sottoposti agli accertamenti, che hanno riscontrato un’alterazione dei globuli bianchi tipico della intossicazione da funghi. Il 16enne è stato ricoverato n chirurgia pediatrica, mentre la mamma nel reparto di medicina Valentini. Proprio lei era apparsa fin da subito quella messa peggio. Dopo essere entrata in coma, era stata intubata e trasferita in rianimazione. Un ictus, inoltre, le aveva paralizzato metà corpo. I medici stavano pensando a un trapianto di fegato per tentare di strapparla alla morte. Ma non c’è stato niente da fare: un killer di nome Amanita è stato implacabile.
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Il pasto non è stato consumato da tutta la famiglia: a uno dei due nipoti, infatti, non piacevano i funghi. Una fortuna, visto che durante la notte sua madre e suo fratello hanno cominciato ad avvertire dolori addominali acuti. E così pure il nonno. Sono stati tutti trasportati in ospedale a Cosenza. I sanitari, dal racconto e dai sintomi evidenziati, hanno subito capito che il problema era grave.
Tutti sono stati sottoposti agli accertamenti, che hanno riscontrato un’alterazione dei globuli bianchi tipico della intossicazione da funghi. Il 16enne è stato ricoverato n chirurgia pediatrica, mentre la mamma nel reparto di medicina Valentini. Proprio lei era apparsa fin da subito quella messa peggio. Dopo essere entrata in coma, era stata intubata e trasferita in rianimazione. Un ictus, inoltre, le aveva paralizzato metà corpo. I medici stavano pensando a un trapianto di fegato per tentare di strapparla alla morte. Ma non c’è stato niente da fare: un killer di nome Amanita è stato implacabile.