Dopo tante sofferenze, il 2010 dovrebbe essere l’anno della ripresa per il tessile Comasco e per gli altri distretti (Prato, Carpi e biella).
Quattro realtà che da sole rappresentano il 16% della capacità produttiva dell’intero comparto tessile nazionale con 10.800 imprese e oltre 78mila addetti.
Questa ripresa lo sostiene una ricerca portata avanti dall’ufficio studi della MPS, dove prevede che il 2010 rispetto al 2009 sarà caratterizzato solo per il tessile Comasco da un +2,2% sulla produzione e del +2,8% sulle esportazioni dove quest’ultimo, secondo una statistica della Banca Toscana dovrebbe essere piu' rapido nella ripresa precedendo Carpi, Prato e Biella ma per tutti e quattro i distretti, nel 2009 e’ stato duro il ricorso alla cassa integrazione, andando ad aumentare sempre di piu’ fino ad arrivare ad un 700% in provincia di Como, raddoppiato a Prato e triplicato a Biella e Carpi.
Il distretto Toscano e inoltre penalizzato da una forte produzione che punta sul tessile in senso stretto e pochi margini di ottimismo li lascia uno studio commissionato nei mesi scorsi dall’Osservatorio del distretto tessile lariano alla società di consulenza Prometeia.
Non essendoci quindi grandi spazi per l’ottimismo, una valutazione puntuale, potrà essere fatta solo alla riapertura a settembre, ormai imminente e sarà difficile recuperare il terreno perso in questo biennio anzi il comparto tessile potrebbe ritrovarsi ancora nel 2013, con livelli di attività inferiori del 20% rispetto a quelli di inizio 2008.
Una situazione che invita l’intera filiera ad attrezzarsi per risultare ancora piu’ competitivi.
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