mercoledì 14 ottobre 2009

Il ponte sullo stretto di Messina e la brebemi, la pedemontana veneta e quella lombarda, una tangenziale est per Milano e la tirreno brennero… l’Italia delle grandi opere si e’ rimessa in moto.

 

QUATTRO MOSSE VINCENTI PER

L’'ITALIA DELLE INFRASTRUTTURE.

 

Non puo’ esserci uno sviluppo omogeneo del paese, senza un adeguato sistema di mobilità fondato su reti infrastrutturali e moderne, il clima infatti e quello di dare l’avvio e con tempestività, alle Grandi Opere.

Le future autostrade nasceranno con caratteristiche diverse da quelle progettate 30 anni fa e a volere queste infrastrutture e stato soprattutto quel mondo produttivo formato dalle associazioni degli artigiani e dei piccoli e medi imprenditori che hanno la capacità finanziaria di riversare sulle Grandi Opere.

Avendo a disposizione i soldi, chi è al comando di queste aziende, stanco di aspettare i tempi di burocrazia, ha detto: “le autostrade ce le facciamo da soli”utilizzando il project financing che tradotto in gergo imprenditoriale significa che: lo stato non spenderà un euro, perchè le risorse per le infrastrutture le mettiamo noi, ripagandosi il rischio d’impresa con i proventi dei ticket ai caselli.

La prima pietra è stata posata per la brebemi, la direttissima Brescia-bergamo-milano, il 22 luglio scorso che sarà interamente pagata con capitali privati (1,6 miliardi di euro). Essa avrà un asfalto completamente drenante e fonoassorbente, perfettamente illuminata per forare anche la nebbia più fitta e verrà sorvegliata da telecamere posizionate a una distanza di 1.200 metri l’una dall’altra per controllare eventuale sinistri, code, incidenti e auto in panne e inoltre sono previsti 19 km di barriere antirumore, e saranno istallati impianti di produzione di energia elettrica basati sull’utilizzo di biomasse.

L’altra opera sarà la pedemontana Veneta realizzata con un finanziamento a fondo perduto della Regione Veneta di 173 milioni di euro su un costo totale dei lavori di 2,177 miliardi.

Qui verrano sostituiti tutti i caselli con un sistema di pagamento chiamato “free flow”, che riconoscerà i vecchi e i futuri telepass: qualora il veicolo ne fosse sprovvisto, il conducente potrà pagare il pedaggio sul proprio cellulare, su internet o alle aree di servizio, mettendo in contatto un’immensa piattaforma produttiva (200 milioni di aziende per 2 milioni di addetti) che va dall’aeroporto di Orio al Serio a quello di Malpensa e permetterà al Bresciano e al Bergamasco di entrare direttamente in Svizzera quindi in Europa.

Per lo stesso motivo sarà costruita la Ti.Bre, Tirreno-Brennero che dovrà velocizzare il trasporto dei container dai porti di La Spezia e Livorno all’area produttiva tedesca. Sulla Ti.bre, a fianco dell’autostrada, verrano realizzati boschi e barriere antirumore e antipolvere.

Ci sarà poi la Tem, Tangenziale Est Esterna di Milano il cui costo della realizzazione, sarà tutto a carico della società di progettazione, per un totale di 1,577 miliardi.

E poi l’opera, forse quella più attesa, il ponte sullo stretto di Messina considerato da Bruxelles un tassello strategico per il collegamento tra Berlino-Palermo.

La spiegazione di tutto cio’ e una sola: la fredda passione economica delle imprese italiane, che per poter competere con il resto dell’Europa e forse del mondo, hanno bisogno di disporre di grosse arterie di asfalto veloci da percorrere.

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