QUATTRO MOSSE VINCENTI PER
L’'ITALIA DELLE INFRASTRUTTURE.
Non puo’ esserci uno sviluppo omogeneo del paese, senza un adeguato sistema di mobilità fondato su reti infrastrutturali e moderne, il clima infatti e quello di dare l’avvio e con tempestività, alle Grandi Opere.
Le future autostrade nasceranno con caratteristiche diverse da quelle progettate 30 anni fa e a volere queste infrastrutture e stato soprattutto quel mondo produttivo formato dalle associazioni degli artigiani e dei piccoli e medi imprenditori che hanno la capacità finanziaria di riversare sulle Grandi Opere.
Avendo a disposizione i soldi, chi è al comando di queste aziende, stanco di aspettare i tempi di burocrazia, ha detto: “le autostrade ce le facciamo da soli”utilizzando il project financing che tradotto in gergo imprenditoriale significa che: lo stato non spenderà un euro, perchè le risorse per le infrastrutture le mettiamo noi, ripagandosi il rischio d’impresa con i proventi dei ticket ai caselli.
La prima pietra è stata posata per la brebemi, la direttissima Brescia-bergamo-milano, il 22 luglio scorso che sarà interamente pagata con capitali privati (1,6 miliardi di euro). Essa avrà un asfalto completamente drenante e fonoassorbente, perfettamente illuminata per forare anche la nebbia più fitta e verrà sorvegliata da telecamere posizionate a una distanza di 1.200 metri l’una dall’altra per controllare eventuale sinistri, code, incidenti e auto in panne e inoltre sono previsti 19 km di barriere antirumore, e saranno istallati impianti di produzione di energia elettrica basati sull’utilizzo di biomasse.
L’altra opera sarà la pedemontana Veneta realizzata con un finanziamento a fondo perduto della Regione Veneta di 173 milioni di euro su un costo totale dei lavori di 2,177 miliardi.
Qui verrano sostituiti tutti i caselli con un sistema di pagamento chiamato “free flow”, che riconoscerà i vecchi e i futuri telepass: qualora il veicolo ne fosse sprovvisto, il conducente potrà pagare il pedaggio sul proprio cellulare, su internet o alle aree di servizio, mettendo in contatto un’immensa piattaforma produttiva (200 milioni di aziende per 2 milioni di addetti) che va dall’aeroporto di Orio al Serio a quello di Malpensa e permetterà al Bresciano e al Bergamasco di entrare direttamente in Svizzera quindi in Europa.
Per lo stesso motivo sarà costruita la Ti.Bre, Tirreno-Brennero che dovrà velocizzare il trasporto dei container dai porti di La Spezia e Livorno all’area produttiva tedesca. Sulla Ti.bre, a fianco dell’autostrada, verrano realizzati boschi e barriere antirumore e antipolvere.
Ci sarà poi la Tem, Tangenziale Est Esterna di Milano il cui costo della realizzazione, sarà tutto a carico della società di progettazione, per un totale di 1,577 miliardi.
E poi l’opera, forse quella più attesa, il ponte sullo stretto di Messina considerato da Bruxelles un tassello strategico per il collegamento tra Berlino-Palermo.
La spiegazione di tutto cio’ e una sola: la fredda passione economica delle imprese italiane, che per poter competere con il resto dell’Europa e forse del mondo, hanno bisogno di disporre di grosse arterie di asfalto veloci da percorrere.
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