venerdì 29 marzo 2013

CROTONE: documenti falsi in un laboratorio clandestino.

Un laboratorio clandestino per la contraffazione di documenti falsi, e' stato scoperto a Crotone dagli uomini della Questura, che hanno denunciato un'uomo di 38 anni originario di Cutro.
Gli agenti hanno trovato documenti falsi e materiale attestante  la contraffazione di assicurazioni, carte di circolazione, buste paga, tessere sanitarie, ricevute, visure camerali e addirittura un timbro Caaf-Cisl.
Inoltre l'accusato avrebbe contraffatto anche diplomi di maturita' e carte d'identita' sequestrando un libretto di assegni rubato ad un'azienda di Reggio Emilia.
Intanto il sindacato in merito, coinvolto nella vicenda, per il possesso del timbro contraffatto, chiarisce la sua posizione, ribadendo che  la Societa' Regionale della Calabria dei servizi Cisl e la struttura regionale del Caaf, non ha mai avuto nessuna collaborazione di nessun tipo con il contraffattore e che evidentemente il timbro in questione, deve essere stato a sua volta contraffatto o indebitamente acquisito.
Infine rimanendo a disposizione dell'autorita' giudiziaria il Caaf Cisl, attende che venga accertato l'eventuale utilizzo del timbro Caaf-Cisl per attivita' di contraffazione e valutare eventuali azioni a sua tutela.

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE I SEGUENTI ARTICOLI :

CONTINUA A LEGGERE...

Carcasse di delfini morti sulle spiaggie della Calabria.

E' gia il terzo caso in poco tempo, quello del ritrovamento di cetacei sul litorale tirrenico, nei pressi di Curinga, in provincia di Catanzaro.
Dopo il primo ritrovamento che ha allertato le autorita' competenti, altre due carcasse di delfino, della specie stenella, sono state ritrovate sul litorale dalla guardia costiera, dove le autorita' sanitarie hanno prelevato degli organi per accertarne la morte.
Nei giorni scorsi, infatti, un altro delfino e' stato ritrovato morto. Complessivamente dall'inizio dell'anno, sono stati quindici i cetacei morti, in prevalenza delfini, trovati sul versante tirrenico della Calabria.
La moria di Cetacei, in prevalenza delfini di questa specie, sta mobilitando il mondo scentifico nazionale al fine di accertare le cause di quella che si sta delineando come una vera e propria strage di mammiferi marini.
Infatti nei giorni scorsi, oltre alle due stenelle, e' stata ritrovata anche la carcassa del piu' raro "Grampo grigio" sul versante tirrenico della Calabria, portando ad un numero sconcertante di cetacei, circa una quindicina, spiaggiati dall'inizio dell'anno sulle rive calabresi.

CONTINUA A LEGGERE...

martedì 26 marzo 2013

ROCCELLA JONICA: truffa all'Inps scoperta dalle Fiamme Gialle. Denunciate 67 persone.

E' il titolare di un'azienda agricola, colui che ha truffato l'Inps di Roccella Jonica.
Il raggiro ai danni dell'Ente Statale e' stato scoperto dalla Guardia di Finanza del posto che ha denunciato l'uomo e i suoi 66 braccianti agricoli, che si rendevano utili per la produzione di olio, nella stessa azienda.
Dal 2006 al 2011 i lavoratori agricoli, hanno percepito illecitamentre le indennita' di disoccupazione e maternita' per oltre 435 mila euro. L'episodio e' stato scoperto dai militari, a causa di false dichiarazioni dell'imprenditore per diversi anni, che alla fine lo hanno portato allo scoperto e sara' ora segnalato anche alla corte dei conti della Procura Regionale.
CONTINUA A LEGGERE...

UN PEZZO DI CALABRIA NEL CUORE DI PAPA FRANCESCO.

Madre Eufrasia nasce il 18 novembre del 1867 a Castel Silano un paesino in provincia di Crotone e situato nel cuore della Sila.
Ma chi e' Madre Eufrasia?
La sua storia inizia a 26 anni, quando il 24 settembre del 1904, si trasferisce dal piccolo borgo calabrese, ai confini dell'America del Sud e precisamente a Buenos Aires.
Qui fonda la prima e nuova famiglia religiosa, con la finalita' di dedicarsi all'educazione dell'infanzia, della gioventu' e assistenza agli infermi.
Ed e' qui che nasce il legame della suora con Jeorge Mario Bergoglio, l'attuale Papa Francesco, all'epoca Arcivescovo di Buenos Aires, che ha iniziato e concluso, il processo di canonizzazione di Madre Eufrasia, nel 2001, come prima fase diocesana nella capitale Argentina. Infatti la foto in alto, prova il legame di Papa Francesco con Madre Eufrasia e Castelsilano. Nello scatto vediamo il Gesuita, all'epoca Cardinal Bergoglio, con Suor Nora Antonelli, madre generale della Congregazione e sullo sfondo un quadro di Madre Eufrasia.
Il documento risale al 2 agosto del 2012, che ha dato mandato alle figlie dell'immacolata concezione, così le chiamano a Castelsilano, di consegnare al Vaticano  per la causa dei Santi, i documenti raccolti alla Congregazione, circa 50 kg di materiale, testimonianze che riguardano la vita e le opere di Madre Eufrasia.
Fiero dell'evento e' il parroco del paesino calabrese, Don Francesco De Simone, che ribadisce la posizione del Papa nei confronti della Suora Canonizzata. "Sarebbe un sogno poter invitare a Castelsilano, Papa Francesco", dice il parroco De Simone, visto che egli conosce bene la figura e l'opera di Madre Eufrasia, molto amata e venerata in Argentina, sopratutto per fargli conoscere il luogo dove e' nata questa testimone del Vangelo.
CONTINUA A LEGGERE...

lunedì 25 marzo 2013

CATANZARO: una donna ruba maglioni per i fratelli che hanno freddo ed il Pubblico Ministero evita l'arresto.

E' successo a Catanzaro, dove, una giovane donna appena maggiorenne, di soli 19 anni, e' stata sorpresa in un negozio cinese a rubare degli indumenti.
La ragazza e' stata colta subito in flagranza di reato e' fermata dai Carabinieri, la quale ha spiegato loro, di aver voluto solo proteggere i suoi fratelli dal freddo, che le ha risparmiato l'arresto, costandole una denuncia a piede libero.
L'episodio ha avuto luogo in un esercizio commerciale "La Grande Muraglia" gestita da una famiglia di Cinesi, ormai da tanto tempo, nel capoluogo calabrese.
Sul posto cosi' e' giunta una pattuglia del Nucleo Radiomobile, allertata dai titolari del negozio.
La ragazza ha raccontato ai militari che la sua e' una famiglia poverissima, ed e' stata costretta a rubare dei maglioni per i fratelli.
Il Sostituto Procuratore Carlo Villani, verificate e considerate le circostanze, ha deciso di non far arrestare la ragazza, denunciandola solo, in stato di liberta'.
Una situazione davvero drammatica, quella che afflige il nostro paese, sopratutto il mezzogiorno, dove proprio alcuni giorni fa era stata resa nota la graduatoria basta sul calcolo dell'Irpef, secondo la quale la Calabria a il reddito medio piu' basso. Sulla vicenda e' intervenuto anche l'ex ministro Beppe Fioroni, il quale ha espresso preoccupazione, laciando un messaggio diretto ai nostri politici, sul social network, Twitter: "sperando che sia fatto un Governo, che pensi al paese che soffre".

CONTINUA A LEGGERE...

venerdì 22 marzo 2013

I DUE ANZIANI SESSANTENNI, SPACCIATORI DI MARIJUANA.

E' successo a Rossano una cittadina in provincia di Cosenza, dove una coppia, lui 62 anni e lei 65, sono stati arrestati dai Carabinieri perche' trovati in possesso di un certo quantitativo di droga, della marijuana nella borsetta. I due anziani sono stati fermati lungo la strada statale 106 jonica, nel corso di una perquisizione e sono stati trovati in possesso di nove involucri contenenti un totale di 500 gr di marijuana che la donna custodiva all'interno della sua borsetta. Sono stati trovati inoltre 700 euro in contanti, forse l'incasso parziale dello spaccio di droga. Un fatto insolito, dove dietro i due sessantenni, si pensa secondo gli investigatori, che ci sia una vera e propria organizzazione criminale dedita allo spaccio della droga.
CONTINUA A LEGGERE...

Gioia Tauro: DUECENTO CHILI DI COCAINA sequestrati nel porto dalla finanza.

Un enorme quantitativo  di droga e' stata sequestrata stamane nel porto di Gioia Tauro, dalla guardia di finanza e dalla polizia doganale del porto. La droga era cocaina ed era stata individuata in un container, che conteneva pellame in transito nello scalo e sbarcato da una nave mercantile. Sono stati ritrovati 198 panetti nascosti all'interno di cinque borsoni e secondo gli investigatori la merce avrebbe fatturato all'incirca 40 milioni di euro. Un lavoro quello dei militari delle fiamme gialle, dove specie nel porto Calabrese, che diciamo e l'unico smercio di collegamento importante per il sud, davvero eccellente dove anche l'anno scorso fu sequestrata tanta droga da poter rifornire tutto il meridione.
CONTINUA A LEGGERE...

giovedì 21 marzo 2013

COSENZA: ad un pensionato appaiono tre croci sul petto e sanguina in chiesa durante la messa domenicale.

Resta ancora un mistero l'analisi di un fenomeno che riguarda un pensionato alle porte di Cosenza e precisamente a Piane di Crati, una persona sana ed equilibrata che da piu' di un'anno presenta delle croci sul petto, che sanguinano durante la messa. Si e' conclusa ieri infatti la prima fase di lavoro della commissione  di studio, istituita dalla diocesi, che ha appunto esaminato i fenomeni misteriosi che si verificano da oltre un'anno su Carmine Mancuso. Sul suo petto da piu' di un'anno infatti compaiono tre ferite a forma di croce, e da circa due mesi alla messa domenicale, esse sanguinano al momento della consacrazione. L'arcivescovo della Curia di Cosenza ha voluto incontrare di persona, il pensionato, che ha poi avviato una fase di valutazione, medica psicologica e teologica, dove i riscontri sono abbastanza chiari. Ci si trova davanti ad un'uomo semplice e umile, sana ed equilibrata, che gode della stima di quanti lo conoscono n paese. Molti fedeli durante la messa hanno assistito alla sudorazione, a cominciare finora da quelli che hanno assistito il pensionato, infatti lo stesso appena si e' reso conto della situazione si e' rinchiuso in casa nel piu' stretto riserbo.
CONTINUA A LEGGERE...

TITA, UN'IMPRENDITRICE, INTESTATARIA DI CONTI E DI BENI. Moglie di uno dei capimafia della 'Ndrangheta Calabrese. Volle' collaborare con la giustizia, non lo fece e si Suicido' con l'acido muriatico.

Era una donna forte e coraggiosa, sacrifico' la sua stessa carne e per il bene del suo sangue. Si chiamava Buccafusca Santa, ed era nata a Nicotera Marina in provincia di Vibo Valentia il 7 febbraio del 1974 e mori' il 18 aprile 2011 all'ospedale di Polistena, per aver ingerito due giorni prima dell'acido muriatico. A casa i suoi cari la chiamavano Tita, quella donna che divento' la madre di un bimbo di sedici mesi e moglie di uno dei Capimafia piu' potenti della 'ndrangheta Calabrese, Mancuso Pantaleone, che si faceva chiamare "Luni Scarpuni". Lo aveva conosciuto nel 1989, quando lei, Tita aveva solo 15 anni, venuta su da una famiglia modesta, e non di criminali, ma purtroppo quando ci si lega ad altri ambienti, lla vita cambia e prende una brutta piega. Cio' che e' successo a Tita tutto in un'attimo. Vide il padre arrestato, e proprio mentre colui, che riteneva l'uomo della sua vita, ormai ai vertici della malavita organizzata, veniva arrestato, e anche in quel periodo perse la madre. Prima che il marito di Tita, Mancuso, usci' di carcere passo' un bel po' di tempo. L'esistenza della donna iniziava a diventare cupa e difficile, cosi' un male inesorabile si porto' via anche il padre e l'adorato fratello che era diventato il suo punto di riferimento. Sui fogli lei risultava un'imprenditrice, intestataria di conti e di beni, ma i nrealta' ormai era diventata una donna sola e triste. Cosi' cadde' in una forte depressione, che nel 2008 fu ricoverata d'urgenza all'ospedale. La sua Bellezza che aveva conservato negli anni, cominciava a svanire giorno dopo giorno, che passavano mentre accorreva in tribunale ad ogni udienza del promesso sposo imputato per mafia e tanti altri crimini, insomma un vero e proprio pezzo da novanta. Intanto Mancuso usciva dal carcere si sposo' con Tita e dalla loro unione dopo poco nacque un bambino, quella creatura che convinse la donna a cambiare radicalmente la sua esistenza, ma non quella di lui. Il marito tornato in liberta', raccontano le ultime carte giudiziarie, sarebbe stato deciso a riprendersi il territorio dei Mancuso, insidiato dai nuovi capo gruppi mafiosi emergenti che intendevano far fuori il clan di Nicotera e Limbadi. E fu proprio da qui che la donna inizio' la sua fuga in giro per le caserme, con in braccio il suo piccolo, chiedendo riparo la prima volta, il 14 febbraio 2011, presso la Stazione dei Carabinieri di  Nicotera Marina, che in quel periodo erano impegnati, insieme alla compagnia di San Calogero, all'assassinio del supernarcos Vincenzo Barbieri. Il re della cocaina importata, colui che aveva creato un'impero tra la Calabria, Bologna e San Marino. E fu qui che la donna istigo' i militari dicendo loro: "si stanno ammazzando come cani ... ", " mettete posti di blocco dappertutto, andate a casa e prendete il Pc prima che sparisce". Una donna ormai al vaglio della disperazione che la costrinse ad andare dagli stessi Carabinieri, telefonare la marito, a cui disse che non si sarebbero piu' rivisti e che lei avrebbe collaborato con la giustizia. Tita' pero' non firmo' il verbale, era stanca e stremata, combattuta da un'esistenza che ormai non le apparteneva piu', ma un'ufficiale del ROS, a quel punto, in modo chiaro e fermo, la invito' a compiere una scelta che in tal caso avrebbe dovuto lasciare quel presidio, cioe' la stazione dei Carabinieri, dove aveva chiesto ospitalita' con il suo piccolo, non essendoci i presupposti per il programma di protezione. Torno' cosi' a casa con il marito, dove lo stesso Mancuso, un mese dopo la riconciliazione con Tita e precisamente il 16 aprile, busso' ai Carabinieri di Nicotera Marina, spiegando che la moglie aveva ingerito dell'acido muriatico. Dopo due giorni mori' in ospedale.
CONTINUA A LEGGERE...

COSENZA: ACCOLTELLATO PER UN POSTO LETTO.

E' successo, a Cosenza in ricorrenza della festa di San Giuseppe, dove per la tradizionale fiera, vengono ospitati diversi extracomunitari. Un posto letto conteso, sarebbe questo il motivo della lite tra nord-africani, finita in tragedia con il ferimento di un tunisino. L'extracomunitario e' stato ferito in modo non grave ed e' stato trasportato subito d'urgenza in ospedale. L'aggressore sarebbe un'altro extracomunitario, tutt'ora ricercato ancora dalle forze dell'ordine coordinate e condotte da Renato Cortese. Sul posto sono intervenuti due pattuglie della squadra mobile, dove hanno subito soccorso il Tunisino, dove con l'ausilio di un'autoambulanza e' stato trasportato e' ricoverato per una vistosa ferita da arma da taglio sul petto.
CONTINUA A LEGGERE...

mercoledì 20 marzo 2013

LAMEZIA TERME: la tragica fine di LEA un testimone di giustizia. BRUCIATA VIVA DAL MARITO FINO A RIDURLA IN CENERE.

Lui in quell'appartamento ci arrivò a cose fatte, quando il corpo di Lea Garofalo era già a terra, ai piedi del divano, senza vita. Il viso era sporco di sangue, il cordino verde usato per strangolarla ancora intorno al collo. Carmine Venturino, 26 anni, ex fidanzato della figlia di Lea, Denise, ha deciso di collaborare con gli inquirenti. E di fornire elementi utili per ricostruire le ultime ore della testimone di giustizia, morta a Milano il 24 novembre del 2009. Fu Carlo Cosco, l'ex marito, a ucciderla. Mentre lui, il genero – insieme agli altri componenti della 'ndrina – bruciò il corpo di Lea finché «non era rimasto più nulla, solo le braci». Per l'omicidio sono già stati inflitti sei ergastoli in primo grado.
Un assassinio brutale, una vendetta ben organizzata contro una donna che aveva deciso di cambiare vita e di fare rivelazioni inquietanti sul “giro” di Cosco. Le lettere inviate da Venturino al pm della Dda di Milano, Marcello Tatangelo – il cui contenuto è stato reso noto dal numero oggi in edicola di Repubblica – sono finite agli atti del processo d'appello. L'ex compagno di Denise – che in aula ha già reso testimonianza contro il padre – ha spiegato che Lea «fu uccisa materialmente da Carlo e Vito Cosco, fu strangolata dopo che Carlo si incontrò con lei all'Arco della pace e con una scusa la portò in un appartamento (…) la mattina dopo hanno portato il cadavere nel terreno di San Fruttuoso, a Monza. Qui, già dal 25, è iniziata la distruzione del cadavere, che non è stato sciolto nell'acido, ma carbonizzato fino a dissolverlo completamente».

IL DELITTO Venturino arriva sul luogo del delitto quando Lea è già morta. È proprio lui a raccontare agli inquietanti i passaggi che porteranno all'occultamento dei resti della testimone di giustizia. «Abbiamo acceso la luce. Il corpo era disteso per terra nel salotto. Era a faccia in giù, in una pozza di sangue. Il viso aveva grossi lividi. Era stata strangolata, intorno al collo aveva una corda verde, che io riconobbi come quella che era a casa mia e che serviva a chiudere le tende». E in effetti i carabinieri nell'appartamento avevano trovato un «cordino verde tagliato e riannodato su se stesso». Venturino prosegue il suo macabro racconto, e spiega come – insieme a Renato Curcio, un altro condannato in primo grado – abbiano «messo il corpo in uno scatolone e sigillato tutto con il nastro adesivo».

«ABBIAMO DATO FUOCO» Lea viene allora “depositata” temporaneamente in un box. La mattina dopo finisce a San Fruttuoso, in un magazzino: «Abbiamo preso un grosso fusto di metallo – dice Venturino –, di quelli alti dove si tiene il petrolio. Abbiamo messo il cadavere dentro spingendo il corpo in modo che non uscisse fuori, a testa in giù, dal bordo si intravedevano le scarpe. Abbiamo versato benzina e dato fuoco. A un certo punto Curcio mi ha detto che forse non bruciava perché non c'era abbastanza aria dentro, e allora con un piccone ho fatto dei buchi al fusto. Anche dopo però il cadavere si consumava lentamente». L'ex genero di Lea – incaricato di farla sparire – a un certo punto va via. Al suo ritorno il cadavere è di nuovo fuori dal bidone. «Curcio – continua Venturino – lo aveva messo su dei bancali di legno che bruciavano col corpo. La testa praticamente non c'era più (…) c'erano frammenti di ossa, con una pala li abbiamo messi insieme ai pezzi di legno, nel fusto, con altra benzina che avevo portato. Alla fine il corpo era tutto carbonizzato».

«LEA VOLEVA RIPROVARCI» Stando a quanto raccontato da Venturino, Carlo Cosco era riuscito «a conquistare di nuovo la fiducia di Lea». La prova consisterebbe in «telefonate e messaggi, aveva detto che era lei a mandarglieli, erano messaggi d'amore. Io ero rimasto stupito, ne mostrò uno in cui Lea scriveva “Ninì voleva un fratellino”. Ninì era Denise».

VENDETTE La figlia ha poi deciso di perseguire con ogni mezzo gli assassini di Lea, tra cui c'è anche il padre. È proprio quest'ultimo – come ha riferito Venturino – a essere messo a conoscenza dal fratello Vito che «Denise stava parlando coi carabinieri di Petilia Policastro». E Cosco – dice l'imputato – sarebbe stato pronto a una vendetta anche nei confronti della figlia. Venturino cerca di difendere la fidanzata: «Dissi che non era vero». Il pentito rivela che «durante il processo Carlo dice di voler uccidere il figlio di Marisa Garofalo», sorella di Lea e parte civile nel processo.
Colpire chi poteva danneggiare il clan e poi farlo sparire. Una tecnica che Carlo Cosco e i suoi accoliti hanno messo in pratica contro Lea Garofalo. Uccisa e ridotta in cenere.
CONTINUA A LEGGERE...

lunedì 18 marzo 2013

TERREMOTO POLITICO IN CALABRIA: VOTI DI SCAMBI CON I CLAN DELLA 'NDRANGHETA.

Voto di scambio: la posizione di quattro politici reggini è al vaglio dei magistrati dell’antimafia. Sulla Calabria rischia di abbattersi un nuovo terremoto politico. Sotto la lente della procura sarebbero le Politiche del 2006 e le regionali del 2010 durante le quali ci sarebbe stata una vera e propria corsa per accaparrarsi i pacchetti di voti detenuti da personaggi degli ambienti criminali locali. I fatti sarebbero al centro di alcune informative delle forze dell’ordine, qualcuna già allegata ad una precedente inchiesta giudiziaria.
Per il voto al Parlamento di nove anni fa che decretò la vittoria di Romano Prodi gli occhi sono puntati su due politici che all’epoca dei fatti erano collocati nella coalizione di centrosinistra. Entrambi sono stati pizzicati dagli investigatori in un albergo reggino in compagnia di alcune persone vicine ad ambienti criminali che avrebbero garantito il sostegno elettorale ai due esponenti politici del centrosinistra. E alcuni personaggi in odor di ‘ndrangheta sono stati già arrestati in precedenza a seguito di inchieste della Direzione distrettuale antimafia reggina. Indagini che sarebbero supportate anche da materiale audiovisivo.Per le regionali, invece, che portarono alla vittoria di Giuseppe Scopelliti ai raggi X sono le posizioni di un esponente del centrosinistra e di uno del centrodestra. Sul primo già ci sarebbero riscontri importanti sul voto di scambio consumato.
CONTINUA A LEGGERE...

venerdì 15 marzo 2013

LA CALABRIA SI PREPARA AD UN'ALTRA ONDATA DI MALTEMPO. PIOGGIA E FREDDO PROVOCA DANNI E DISAGI.

Temperature prossime alle zero, pioggia e vento, ma anche neve a quote basse. E’ questa la situazione che si registra in Calabria, dove la prevista ondata di maltempo sta creando disagi e ha riportato indietro le condizioni meteo con un brusco calo delle temperature. Per quanto riguarda la neve, i fiocchi bianchi sono caduti su tutte le zone di montagna, con abbondanti nevicate soprattutto in Aspromonte, in Sila e sul Pollino dove il termometro è sceso di qualche grado sotto lo zero. La pioggia e il vento hanno creato, invece, conseguenze sulla viabilità, specie lungo i litorali, dove non mancano le mareggiate.
In provincia di Reggio Calabria, l’Anas è stata costretta a chiudere la strada statale 18 “Tirrena Inferiore” dal km 509,000 al km 510,000, nel territorio comunale di Scilla, in provincia di Reggio Calabria a causa di una violenta mareggiata. Disagi anche nei pressi del Porto di Amantea, nel cosentino, tra il km 352,850 e il km 353,050, dove a causa delle forti mareggiate si è verificato lo scalzamento della scarpata a protezione del corpo stradale, causando la demolizione delle barriere di sicurezza e della segnaletica. Danni anche a Lamezia Terme con una frana che ha invaso parte della strada provinciale 159/1, che dal centro storico di Nicastro arriva nel quartiere Magolà e prosegue fino al Reventino. Un altro cedimento si è verificato, sempre per le abbondanti piogge, nel pieno centro della città lametina, dove è crollato un muro perimetrale in mattoni.
Danni anche a Tropea, località Marina dell’Isola, via Lungomare, dove sono intervenuti i vigili del fuoco per una verifica a seguito delle forti mareggiate abbattutesi durante la notte. Il violento moto ondoso ha provocato il ribaltamento di un muro di contenimento realizzato a protezione delle strutture di un villaggio turistico, nonché danni alle strutture del villaggio. Nel corso delle verifiche si è reso necessario procedere allo sgombero di una abitazione in quanto le onde stavano erodendo il fondo sabbioso sottostante al piano di fondazione pregiudicandone la stabilità.
La circolazione stradale risulta regolare in autostrada. Le previsioni confermano una ulteriore riduzione delle temperature durante il fine settimana, con pioggia e nevicate anche a bassa quota.
CONTINUA A LEGGERE...

INCIDENTE SULLA SA-RC: AUTO SBANDA CONTRO BARRIERA DI PROTEZIONE, FERITO GRAVE.

E' successo stamane sul tratto autostradale Salerno Reggio Calabria, nei pressi di Laino Borgo, provincia di Cosenza, dove un'uomo e' rimasto gravemente ferito in un'incidente stradale, urtando frontalmente una barriera di protezione. Da alcuni rilievi, in fase ancora di accertamento, l'uomo dopo essere sbandato e' stato subito soccorso dal personale del 118, del distaccamento della Basilicata, ed e' stato trasportato in elicottero all'ospedale di Lagonegro, Potenza. A causa pero', delle sue gravi ferite, l'uomo e' stato trasportato, stavolta in ambulanza, perche' le condizioni metereologiche non permettevano il volo dell'elicottero, per poterlo trasportare all'ospedale di San Carlo di Potenza. L'uomo forse, ha perso il controllo dell'auto, vista la persistente neve che continua a scendere sul tratto autostradale Calabrese.
CONTINUA A LEGGERE...

giovedì 14 marzo 2013

COSENZA: immigrati truffati da falsi permessi di soggiorno.

Si presentava agli extracomunitari come un professionista. Uno in gamba, pronto ad aiutarli nel tentativo di ottenere il sospirato permesso di soggiorno. Li attirava con i modi garbati, facendo leva sulla disperazione di chi rischia di essere rispedito in patria, lontano dal sogno di una vita più agiata. Poi li convinceva a versargli delle somme, in teoria necessarie per la predisposizione dei documenti. E infine li truffava. Perché le carte non erano valide e per gli immigrati che volevano regolarizzare la propria posizione arrivava, invariabilmente, il “no” della Questura. La truffa, particolarmente odiosa perché in danno a persone indigenti, è stata scoperta a Cosenza. Nella città dei Bruzi, adesso, la Procura della Repubblica indaga per scoprire chi sia la persona responsabile dei raggiri ai danni di decine di migranti. Per istruire le pratiche fasulle c'era, ovviamente, un tarriffario. Alcune fonti parlano di 600 euro per ogni iter predisposto, ma pare che in alcuni casi la somma richiesta fosse superiore.
L'inchiesta è partita dalla denuncia di un mediatore culturale. A lui si rivolgevano gli immigrati quando le loro richieste di permesso di soggiorno venivano rigettate. E lui si è accorto delle falsificazioni dei documenti, segnalando tutto alle autorità. Un sistema ben congegnato, che non è sfuggito a occhi esperti, ma ha gabbato molti extracomunitari. Timbri e firme sembravano originali, ma non lo erano. Adesso è caccia aperta al truffatore, che avrebbe depredato le sue vittime di decine di migliaia di euro.
CONTINUA A LEGGERE...

mercoledì 13 marzo 2013

S'IMPICCA NELLA SUA CELLA DEL CARCERE DI CROTONE.


Si e’ suicidato nel carcere di Crotone Pasquale Maccarrone, il giovane di 27 anni arrestato qualche giorno fa dalla polizia con l’accusa di essere uno dei responsabili della rapina fatta nel giugno del 2012 in cui resto’ gravemente ferito il commerciante d’oro Luciano Colosimo. Maccarrone si e’ impiccato, utilizzando un lenzuolo che ha legato al letto a castello, nella cella in cui era rinchiuso da solo. Insieme a Maccarrone era stati arrestati, con la stessa accusa, due romeni.
CONTINUA A LEGGERE...

domenica 10 marzo 2013

DURO COLPO ALLA 'NDRANGHETA: La Guardia di Finanza di Vibo Valentia in Collaborazione con il G.i.c.o. di Trieste, sequestra beni per 35 milioni di euro.

La scorsa notte le Fiamme Gialle della compagnia di Vibo Valentia, in collaborazione con il G.I.C.O.  di Trieste, nel corso di un'indagine finalizzata alla disarticolazione di una consorteria criminale di stampo 'ndranghetista, con la denuncia di 76 persone, sequestrandogli beni per circa 35 milioni di euro, dando esecuzione a dieci provvedimenti di fermo disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, a firma dei Pubblici Ministeri Marisa Manzini e Simona Rossi, nei confronti di alcuni esponenti di alcuni soggetti affiliati al clan Mancuso di Limbadi in provincia di Vibo Valentia. Un'indagine che va avanti da circa due anni, che parti' da approfondimenti di natura bancaria riguardanti soggetti di origine Calabrese residenti in Friuli venezia Giulia che hanno poi condotto gli investigatori ad operare nella provincia di Vibo Valentia, nel momento in cui e' stato accertato il coinvolgimento di soggetti appartenenti al clan Vibonese. Cosi' i militari della provincia Calabrese in sinergia con i colleghi del Nord sono riusciti a ricostruire passo passo le operazioni tecniche dell'organizzazione, denunciando cosi' 76 persone, che avevano ottenuto il controllo del territorio, grazie ai loro atti estorsivi, usurari, nonche' danneggiamenti vari, anche nel settore alimentare e nel settore turistico immobiliare. Insomma un'operazione che ha portato un'incentivo danno al clan, dove i militari delle fiamme gialle sono riusciti ad individuare i beni da loro illecitamente accumulati. Tra questi beni e' stato sequestrato anche un'intero villaggio turistico, fondamentalmente intestato ad un prestanome NordAfricano, composto da decine di appartamenti, con annessa piscina, market, due ristoranti, area camper e relativo stabilimento balneare.
CONTINUA A LEGGERE...

sabato 9 marzo 2013

Il Pisl in Calabria. Nuovi progetti integrati sul turismo, con nuovi finanziamenti per lo sviluppo.

Grande soddisfazione per la Calabria, per la provincia di Crotone e per i suoi piccoli Comuni che, grazie a loro ed al loro contributo aderendo e sottoscrivendo una firma per gli accordi di programmazione  negoziata per i Pisl - progetti integrati per lo sviluppo locale - con cui e' stato dato avvio ad un programma di finanziamenti importanti per tutto il territorio. Un'opportunita' per il territorio Calabrese che lo vede impegnato in primo piano per quando riguarda lo sviluppo del turismo, fonte principale dell'economia Calabrese e per quando riguarda anche il settore agroalimentare di qualita' che la Regione sta perseguendo con grande determinazione. La cosa essenziale ora e' che le Amministrazioni locali beneficiarie dei finanziamenti diano corso nei tempi previsti alla predisposizione dei progetti esecutivi ad alle gare per l'affidamento dei lavori e che la stessa Regione dia seguito alla definizione delle linee guida per la pubblicazione degli avvisi pubblici per il finanziamento delle iniziative private previsti sui Pisl sistemi turistici locali e sistemi produttivi locali. Sara' premura della stessa Confindustria di Crotone, in quanto componente principale che ha individuato nel 2011 le linee di sviluppo dei Pisl, di portare a termine il progetto, ma per ora intanto contribuire alla prosecuzione nei tempi previsti per il suddetto percorso ormai sulla buona strada. La Calabria e' anche questo, voglia di cambiare, di dar luce e vita a nuovi progetti, per il suo crescere, ma sopratutto per il benessere del mezzogiorno.
CONTINUA A LEGGERE...

mercoledì 6 marzo 2013

IL BERGAMOTTO. DA ORIGINI SPAGNOLE, INNESTATO IN CALABRIA DA NICOLA PARISI..

La produzione agrumicola calabrese e' caratterizzata in modo particolare da un prodotto di grande prestigio: il bergamotto. L'origine di quest'ultimo ' un po' incerta, dove alcuni ritengono che derivi dalla mutazione di altra specie di piante agrumarie. La leggenda dice che il Bergamotto deriva dalle Isole Canarie, nella citta' di Berga (Spagna), dove sarebbe statop importato da Cristoforo Colombo verso la fine del quattrocento. Ma l'etimologia piu' attendibile della parola Bergamotto e scritta nel libro "Le Parfumeur Francais" pubblicato nel lontano 1693, e ancora oggi in Francia il profumo al Bergamotto e' molto diffuso e' molto pregiato. Il merito e la riconoscenza di aver attribuito quest'agrumo alla Calabria, va a Nicola Parisi, che intorno al 1750, impianto' a Reggio Calabria il Bergamotto, presso un fondo denominato "Giunchi", in realta' il primo Bergamotteto in Calabria. Alcuni Botanici hanno preferito definirlo "un'ibrido" derivato dalla limetta dolce e dal limone, con i quali ha alcuni caratteri in comune, infatti oggi c'e' la convinzione che esso sia una specie a se' forse frutto di un'innesto casuale. La sua pianta in genere non supera i 4 metri di altezza, ha rami irregolari e foglie di colore verde scuro, alterne, oblunghe, senza peluria e ricche di ghiandole contenenti olio essenziale. E' costituito da una parte esterna, ricca di otricoli e di pigmenti colorati verde giallo. Una parte sottostante, costituita da un tessuto bianco e spugnoso composto per il 20% da sostanze pectiche. Ed infine da una parte interna detta endocarpo o polpa che rappresenta la maggior parte del frutto circa il 65-70% del frutto.
CONTINUA A LEGGERE...

lunedì 4 marzo 2013

LA BELLA ED ELEGANTE CIPOLLA ROSSA DI TROPEA, RICCA DI VITAMINA C.

Hanno provato in tanti paesi ad imitarla, persino all'estero , ma le sue caratteristiche restano solo ed esclusivamente a lei: "la cipolla rossa di Tropea", alla quale e' stato attribuito il marchio IGP. Essa e' presente nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza lungo tutta la fascia tirrenica. Viene introdotta in Calabria nell'epoca dei Fenici, come testimoniano alcuni reperti archeologici rinvenuti nella zona di Vibo Marina e Triniti. Per quando riguarda invece la sua coltivazione in modo diffuso, risale ai primi dell'ottocento. Ha numerose virtu'' racchiuse nel suo gusto dolce e carnoso, molto leggera dal profumo abbastanza delicato. Per quando riguardano le sue caratteristiche e le sue varieta', il bulbo, che sarebbe la parte esterna, e' costituito da tante tuniche rosso-violacee e ricoperte esternamente da finissime squame, mentre la parte centrale si presenta bianca. Le sue varieta' possono essere diverse, come ad esempio il cipollotto, la cipolla da serbo primaticcia e quella tardiva. Ma la  proprieta' fondamentale di questo ortaggio e che contiene vitamina C, vitamina E, ferro, selenio, iodio, zinco e magnesio ed il bulbo ha molti effetti benefici, tra questi il potere antisclerotico, consigliato tra l'altro per il beneficio del cuore e delle arterie e previene il rischio d'infarto e a differenza delle normali cipolle di uso comune che troviamo sul mercato, la cipolla di Tropea e facilmente digeribile.
CONTINUA A LEGGERE...

PITAGORA. UNO DEI PERSONAGGI ILLUSTRI CALABRESI.

Pitagora, Samo c. 575 a.C. - Metaponto, c. 495 a.C., e' stato un matematico legislatore e filosofo greco antico secondo quando tramandato dalla tradizione. La sua storia e' avvolta nel mistero e' di questo personaggio possiamo raccontare ben poco e la maggior parte delle informazioni che lo riguardano sono di  epoca un po' piu' tarda. Secondo alcune fonti Pitagora nacque nell'isola di Samo nella prima meta' del IV secolo A.C. dove fu uno scolaro di  Ferecide e Anassimandro subendone l'influenza nel suo pensiero. Dalla sua isola nativa, si trasferi' poi nella Magna Grecia, dove fondo' a Crotone, verso il 530 A.C., la sua prima scuola. Dei suoi presunti viaggi in Egitto e a Babilonia, narrati dalla tradizione Dossografica, non vi sono fonti certe e sono ritenuti, almeno in parte, dei leggendari. Quasi sicuramente Pitagora non lascio' nulla di scritto e quindi le opere attribuitegli i tre libri e i versi aurei vanno scritte piuttosto ad autori sconosciuti che li scrissero in epoca Cristiana o di poco antecedente. Insomma pochi sonogli elementi della dottrina pitagorica, tra questi quello della metempsicosi su cui tutte le fonti sono concordi e tra le prime Senofane che la critica aspramente. Lunico elemento delle dottrine di Pitagora e sicuramente l'aspetto religioso, il quale sosteneva la trasmigrazione delle anime, costrette come espiazione ad incarnarsi in corpi umani o in bestiali sino alla purificazione completa, chiamata la catarsi. Invece per quando riguarda le dottrine scentifiche attribuite a Pitagora gli storici della Filosofia non sono in grado di averne certezze, infatti il Teotema di Pitagora sembrebbe discendere dalle sue dottrine astronomiche, legata all'armonia determinata dal rapporto tra i numeri e gli accordi musicali.

TI  POTREBBE INTERESSARE ANCHE:

Musolino. Il brigante piu' popolare della Calabria.
CONTINUA A LEGGERE...